Bari - Cittadella della Scienza
Nuovi strumenti per l’efficienza
Anche l’UE punta sull’efficienza come driver del futuro: il mercato ha grandi potenzialità e le soluzioni sociali e finanziarie, oltre che tecniche ci sono
Che l’efficienza energetica sia uno dei grandi driver del futuro non c’è alcun dubbio, ed è dimostrato dal fatto che è una delle principali pratiche sulle quali punta anche l’Unione europea. Il passaggio dalle dichiarazioni d’intenti all’applicazione concreta delle metodologie per l’efficienza, però, non è breve, né semplice.
Bisogna considerare il fatto che le buone pratiche per l’edilizia sostenibile ed efficiente risentono, per ovvi motivi, dell’inerzia naturale del settore che in Italia è amplificata sia dalla parcellizzazione della proprietà edilizia, sia dal basso tasso di nuove costruzioni. E a rallentare ulteriormente il quadro c’è anche la crisi economica che, giunta al quinto anno, di sicuro non consente grandi investimenti da parte delle famiglie.
Sotto un altro profilo, però, il sempre maggiore peso della bolletta energetica dovrebbe spingere in questa direzione, specialmente per quanto riguarda l’efficienza che ha tassi di ritorno dell’investimento notevoli a fronte di un extracosto, rispetto all’edilizia tradizionale, al massimo del 15%. Eppure il mercato dell’efficienza stenta a decollare. I motivi sono in sostanza due.
Il primo è la non perfetta conoscenza da parte dell’utente finale dei vantaggi dell’efficienza, e c’è da dire che una responsabilità la hanno anche gli attori professionali del settore, i quali troppo spesso sottovalutano il valore della comunicazione.
Il secondo è legato al momento congiunturale che vede le famiglie con meno disponibilità economiche. Per entrambi i motivi le soluzioni esistono. Sarebbe estremamente utile, infatti, da parte di aziende, professionisti e tecnici del settore la creazione di appositi “negozi dell’efficienza” nei quali si possano comprare non singoli prodotti, ma un determinato tasso d’efficienza reale chiavi in mano, cosa che faciliterebbe le famiglie ad accedere all’efficienza senza per questo trasformarsi in energy manager di se stessi.
Sul fronte del finanziamento degli interventi, il nuovo esecutivo dovrebbe rimettere sulla giusta rotta gli incentivi fiscali per l’efficienza del 55% aumentandone la competitività rispetto alla detrazione per la ristrutturazione ordinaria, utilizzando l’ecoprestito lanciato da Finco e recepito da Enea nella proposta del 55% Plus che è stata ignorata dal passato Governo.
E si potrebbe andare oltre. Le aziende edili potrebbero sviluppare delle proposte commerciali per l’utente finale sulla falsariga delle Esco, trovando così i fondi per le ristrutturazioni all’interno della quota parte di risparmio e non gravando subito sui bilanci delle famiglie. Certo, per fare ciò servirebbero nuovi strumenti finanziari messi a disposizione dagli istituti di credito, come il collegamento tra mutuo per l’acquisto e mutuo per la ristrutturazione energetica efficiente dell’immobile, ipotizzando magari il prelievo della quota parte della rata del mutuo relativa all’efficientamento dell’abitazione direttamente dalle bollette.
Il mercato oggi ha grandi potenzialità e le soluzioni sociali e finanziarie, oltre che tecniche, esistono, sono concrete e reali. Ciò che serve ora è la volontà, sia del mondo del credito, sia della politica, di spingere in questa direzione.
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L'autore
Sergio Ferraris
Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.
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