Non solo chilowatt nella bioedilizia

Se pensate che un’abitazione  efficiente, sostenibile, costruita secondo i principi della bioarchitettura sia appannaggio dei ricchi siete fuoristrada. “Un’abitazione efficiente è meglio che acquistare Bot” afferma Mario Cucinella, architetto e designer tra i più attivi in Italia nei temi dell’architettura sostenibile.

“Quello dei soldi – afferma Cucinella – è un falso problema perchè se da una parte è vero che una casa costruita meglio costa ovviamente di piú, è altrettanto vero che oggi siamo alla soglia di un cambiamento epocale dei costi dell’energia e in vista di futuri rincari è meglio correre ai ripari. Spendere oggi per risparmiare domani, quindi, perchè è meglio acquistare una casa che oggi costa piú, ma che domani ci permetterá di risparmiare energia.

E se da un lato è vero che ci sono extracosti nella realizzazione di case efficienti, che però secondo Legambiente sono dell’ordine al massimo del 10% sul costo di costruzione, per cui parliamo di 100 euro al metro quadro, sotto a un altro punto di vista bisogna ammettere che come in tutti i settori, anche in architettura può succedere che ‘green’ faccia rima con ‘marketing’. Cucinella chiama questi fenomeni “disfunzioni” e aggiunge: “un problema sul mercato c’è, e un mercato così vasto come quello dell’edilizia non può essere immune dalle bufale, ma in generale le normative che lo regolano impediscono di fare ognuno quello che vuole”.

In alcune regioni, dove si investe da tempo in un’edilizia efficiente, come il Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Toscana e Lombardia, l’utente è di sicuro più tutelato sia dalle regolamentazioni regionali, sia dalla maggiore professionalità e competenza delle aziende che operano su questi territori, le quali confrontandosi con queste tematiche da anni hanno messo a punto un bagaglio di tecniche e di credibilità maggiore rispetto ad altre realtà.

Per difendersi, però, la geografia non basta. Bisogna essere correttamente informati, in modo poter pretendere il rispetto delle norme e prestare la giusta attenzione all’aspetto prettamente prestazionale dell’edificio, poichè la sola presenza di impianti fotovoltaici e termici sul tetto non è sinonimo di qualità dell’edificio.

“Pannelli a parte, l’architettura ‘green’ “è una visione diversa dell’abitare ed evita lo spreco, perchè il problema non è solo quanti kw/h consumiamo. – prosegue Cucinella.- Ma soprattutto, ci vorrebbe una carta d’identitá dell’immobile, questa sì che sarebbe la vera rivoluzione: un documento, anzi un libretto delle prestazioni energetiche, come quelli che accompagnano gli elettrodomestici”.

E in Italia, però abbiamo anche un problema più: la formazione. “E se l’edilizia sta facendo dei passi avanti con edifici sempre piú efficienti, siamo invece indietro dal punto di vista dell’impatto estetico – conclude Cucinella – l’architettura soffre di una profonda mancanza di formazione e il grande dilemma dei prossimi anni sará come combinare le ambizioni politiche ed energetiche con la qualitá degli edifici. Mentre in altri Paesi fioriscono le universitá a vocazione ambientale, in Italia gli atenei continuano a laureare ragazzi non qualificati per affronare il mercato attuale”.