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Sicurezza del territorio

La Puglia, un modello contro il dissesto idrogeologico

È la regione con il primo piano paesaggistico approvato ed è in prima linea nella lotta contro il dissesto idrogeologico e il consumo di suolo

Scritto da il 12 marzo 2015 alle 8:00 | 0 commenti

La Puglia, un modello contro il dissesto idrogeologico

Photo: Wikimedia


In una Italia che frana, colpita dal dissesto idrogeologico, dal consumo di suolo e dagli scempi causati da condoni e abusivismi edilizi, la Puglia è una delle note positive in controtendenza. Lo ha segnalato ieri Erasmo D’Angelis, coordinatore della Struttura di missione di Palazzo Chigi #italiasicura contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche in occasione dell’incontro con il Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, sullo stato di avanzamento delle opere contro frane e alluvioni.
D’Angelis ha evidenziato i tanti pregi della regione pugliese in una nota pubblicata nel sito italiasicura.governo.it, a seguito della conferenza stampa: innanzitutto vanta il primo piano paesaggistico approvato, più precisamente è il primo Piano sottoscritto in Italia sulla base di una norma del Codice dei Beni culturali e del paesaggio del 2004.
Ma non solo: pur ricordando che tra 2004 e 2014 le vittime del dissesto idrogeologico in Puglia sono state 17, e 25 i feriti, ha evidenziato che la regione ha saputo reagire. E lo ha fatto pianificando l’azione di contrasto al dissesto, programmando per il periodo 2000-2014 la realizzazione di 624 opere per un valore superiore a un miliardo di euro (1048,5 milioni di euro). “La Puglia è la terza Regione d’Italia dopo Lombardia e Toscana, per opere avviate con 148 euro per abitante rispetto ad una media nazionale di 109 euro investiti in sicurezza del territorio e dei cittadini”, si ricorda nella nota, segnalando inoltre che nell’ambito dell’impegno finanziario la Puglia è stata la prima Regione italiana per stanziamenti che hanno cofinanziato gli Accordi di programma 2009-2010, con 135 milioni di euro dai fondi regionali fuori dal patto di stabilità. Ciò significa che la Regione ha considerato prioritario l’investimento in opere di sicurezza.
“Nella nuova programmazione in corso per il Piano Nazionale 2015-2020, le richieste della Regione Puglia ammontano complessivamente a 1633.8 milioni, la Puglia ha individuato 438 opere pari al 7.5% dell’intera pianificazione nazionale contro frane e alluvioni. Da agosto 2014 ad oggi, sono stati aperti 58 nuovi cantieri che si sono aggiunti ai 21 già avviati, per un valore complessivo di 178,17 milioni di euro, con una ricaduta importantissima anche in termini di occupazione”. Non solo: nell’ambito dello sviluppo delle infrastrutture idriche la Regione Puglia è quella con la migliore performance nell’attuazione degli interventi previsti dalla delibera CIPE 60/2012.
La Puglia, ha affermato ancora D’Angelis, è un modello virtuoso insieme a Toscana ed Emilia Romagna, ma c’è ancora molto da fare: riporta l’Ansa che il coordinatore ha ricordato anche chi, come Campania e Calabria non ha «investito un euro per opere e interventi per il dissesto idrogeologico» e altre che si pongono a metà strada. «Il ritardo è enorme», ha commentato in merito a quanto c’è da fare per il Belpaese che frana: da una parte, infatti, è pronto un Piano nazionale per la lotta al dissesto idrogeologico che comprende settemila opere e necessità per 21 miliardi – lo Stato per i prossimi 7 anni è pronto a mettere subito in campo 9 miliardi – ma il 90% di queste opere deve essere ancora progettato.


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L'autore

Andrea Ballocchi

Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.


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