Arte
La Cappella Sistina ha una nuova luce
Efficienza energetica e corretta percezione dell'opera. Questi i risultati della nuova illumuniazione a Led della Cappella Sistina
La Cappella Sistina brilla di nuova luce. Da ieri, infatti, gli affreschi di Michelangelo sono illuminati da 7mila diodi Led che ne illuminano i dettagli rispettandone i colori ed emettendo meno CO2 poichè il nuovo sistema consuma il 90% in meno. Il nuovo sistema è costato tre milioni di euro, è stato finanziato con il progetto di ricerca dell’Ue denominato Led4art e ha consentito il passaggio dal consumo di 66 kWh a 7,5 kWh: un rapporto quasi di dieci a uno. Trovate la picture gallery in fondo all’articolo.
E non si deve pensare che si sia semplicemente sostituita una lampadina. L’illuminazione precedente, infatti era di tipo “mesopico” ossia con un basso livello d’intensità che non consente la corretta percezione dei colori e dei contrasti cromatici delle opere. una scelta dovuta alle limitazioni tecnologiche della precedente illuminazione, vecchia di oltre trent’anni e che destinava solo pochi lux sugli affreschi per proteggerli dalle radiazioni ultraviolette.
«L’arte esiste per ispirarci e illuminare le nostre menti. Ora che abbiamo illuminato la Cappella Sistina con i led, l’arte di Michelangelo può espletare il suo ruolo in modo ancor più marcato di quanto lo abbia fatto nel corso della sua storia», ha commentato la vicepresidente della Commissione europea Neelie Kroes, responsabile dell’Agenda digitale europea.
Il progetto ha analizzato in primo luogo la pigmentazione dell’affresco in 280 punti, cosa che è stata, effettuata dagli esperti di colorimetria dell’Università Pannonia in Ungheria, con i punti d’analisi illuminati da una sorgente di luce calibrata e lo spettro riflesso misurato. La risposta effettiva del colore è servita come punto di riferimento per la regolazione accurata degli apparecchi a LED, anche alla luce delle nuove scoperte sulle tecniche utilizzate da Michelangelo. Da qualche tempo infatti gli esperti suppongono che Michelangelo non mescolasse i colori alla luce della candela o della una torcia, ma a quella naturale: con una temperatura colore naturale. L’illuminazione a LED ora utilizza una temperatura colore di 3.000 gradi Kelvin, integrata da un alogoritmo di correzione che segua la diversa percezione del colore dell’occhio umano, con differenti temperature di colore nella distribuzione spettrale della luce LED. Il tutto per permettere ai visitatori della Cappella Sistina, che sono oltre sei milioni ogni anno, di osservare i colori che con ogni probabilità sono quelli voluti da Michelangelo.
«Si è trattato di una grande sfida per l’intero consorzio – ha detto Mourad Boulouednine, coordinatore del progetto per Osram – Abbiamo raggiunto una combinazione perfetta tra lo spettro dell’illuminazione e i pigmenti delle opere d’arte per creare l’esperienza visiva migliore possibile. Inoltre, questa soluzione sarà notevolmente più efficiente sul piano energetico rispetto al precedente sistema d’illuminazione e non danneggerà questi capolavori. Nel complesso, si tratta di un risultato fantastico e tutti noi ne siamo estremamente orgogliosi».
Sergio Ferraris su Twitter @sergioferraris
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L'autore
Sergio Ferraris
Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.
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