La banca tenta la carta dell’efficienza

Una sede centrale più sostenibile e razionale. Questa la logica con la quale è partita  la realizzazione della nuova sede della Bnl a Roma che sorgerà a ridosso della nuova, e incompiuta per ora, stazione dell’alta velocità Tiburtina. Il nuovo edificio si pone in primo luogo l’obiettivo di razionalizzare le attività romane del gruppo bancario, che ora ha otto sedi diverse, portandole a due, con quella della Tiburtina che è attigua alle linee ferroviarie, anche regionali e alla metropolitana.

E se la scelta farà diminuire un poco il caotico traffico della Capitale un obiettivo sarà già stato raggiunto. Oltre a ciò l’edificio, che ospiterà 4.000 persone su 67mila metri quadri disposti su 12 piani, consentirà all’istituto bancario un risparmio sui costi immobiliari del 30% e punta anche a ottenere la certificazione Leed Gold Core&Shell, rilasciata dal Green Building Certification Institute, che è l’organismo di certificazione statunitense per gli edifici green.

«La realizzazione di quest’opera – afferma Fabio Gallia, Amministratore Delegato di BNL e Responsabile per l’Italia del Gruppo BNP Paribas – rappresenta un messaggio di fiducia e di impegno sia nei confronti del nostro Paese, uno dei quattro mercati domestici su cui punta il Gruppo, sia verso Roma, confermando, anche con questo investimento, il contributo alla sua crescita economica e sociale. Tra le maggiori opere di questo genere in fase di realizzazione in Italia, la nuova sede è frutto di un progetto tutto “Made in Italy”, dal design innovativo e che pone grande attenzione all’eco-sostenibilità. L’immobile avrà un forte e positivo impatto sull’area Tiburtina, valorizzando ulteriormente il contesto urbano e sostenendo l’economia locale, anche grazie alla comunitá di donne e uomini della Banca che vi s’insedierà».

Il 25% degli spazi totali dell’edificio saranno di servizio e vi troveranno posto un asilo, una palestra, un ristorante aziendale che dovrebbe essere tra i piú grandi d’Italia, un  auditorium per 300 persone, delle sale training, un infermeria e dei parcheggi. L’ingresso principale dell’immobile, inoltre, ingloberà “La cisterna” un’opera realizzata negli anni ’40 dall’architetto Mazzoni all’interno della vecchia stazione Tiburtina. Sul fronte energetico saranno impiegati sistemi  a basso consumo, mentre un impianto fotovoltaico produrrà la metà dell’energia necessaria all’impianto di climatizzazione – sembra che finalmente qualcun si sia ricordato che il Sole fornisce il picco d’energia proprio quando maggiori sono le esigenze di raffrescamento – mentre un sistema di raccolta delle acque meteoriche alimenterà i servizi igienici.

Gli interni,  curati dall’architetto Paolo Mantero in partnership con lo Studio Next Urban Solutions di Roma, prevedono l’utilizzo di risorse e materiali rinnovabili ed ecocompatibili e l’utilizzo di sistemi domotici per ridurre gli sprechi. La speranza è che quest’esperienza riesca a spingere il settore terziario romano, rappresentato in gran parte dalla Pubblica amministrazione a delocalizzare verso le periferie, per cedere il luoghi ora occupati al centro ad attività più sostenibili dal punto di vista dell’impatto sociale come quelle culturali e museali e diminuire la congestione sia dei mezzi pubblici, sia di quelli privati.