Decreto 28/2011
Installatori a rischio
Un’interpretazione legislativa rischia di creare un nuovo caso di “esodati”: gli oltre 200mila artigiani del settore dell'efficienza e delle rinnovabili
É allarme per gli installatori italiani attivi nel settore dell’efficienza e dell’energia. Un’interpretazione legislativa, come ce ne sono molte nel nostro Paese, potrebbe mettere fuorilegge, infatti, centinaia di migliaia d’installatori.
Con il decreto 28 del 2011, che recepisce la direttiva europea che incentiva l’uso delle energie rinnovabili, non si prevede la possibilità di poter installare impianti per i soggetti che sono oggi riconosciuti dalla legge 37 del 2008. Tradotto: dal 1 agosto, chi al 31 luglio poteva operare sugli impianti energetici perché in possesso di un titolo riconosciuto dalla legge, non lo potrà più fare.
«Se questa situazione non verrà superata 80mila aziende verranno escluse dal mercato e verrebbe impedito di svolgere il lavoro che svolgevano prima del decreto a decine di migliaia di lavoratori, ledendo così il principio di libera concorrenza. – afferma il presidente di Confartigianato Impianti Gianni Barzaghi – Occorre che venga predisposto con urgenza un provvedimento ad hoc. In mancanza di ciò si determinerebbe una gravissima disparità di trattamento a danno di attività economiche in essere perfettamente abilitate. Sarebbe obbligatoria un’immediata moratoria, scongiurando l’immediata espulsione dal mercato delle aziende esistenti. L’appello che con fiducia facciamo a governo e parlamento è che consentano a tutti gli installatori abilitati di continuare a svolgere la propria attività. Lasciateci lavorare è quello che chiediamo».
«Ho già presentato una mozione per ripristinare una situazione di logica. C’è una fase di restringimento economico e invece di far crescere la concorrenza la prima reazione è quella di proteggere se stessi. Si tenta di fare uno sbarramento orizzontale con artifici legislativi. – replica il senatore Gian Carlo Sangalli del Pd – Lavoreremo perché questo non avvenga e perché si ripristino i principi della libera concorrenza e del libero mercato».
Riconoscimento dell’esperienza professionale maturata negli anni sul campo, esercitando lavoro specializzato e continuativo, questa la richiesta di Confartigianato, Cna e Casartigiani, per difendere i diritti degli artigiani che lavorano nel settore da anni e per garantire un accesso alla professione che possa tutelare la libera concorrenza che sono state recepite da una serie di parlamentari del Partito Democratico, tra i quali Susanna Cenni, Luigi Dallai, Luigi Bobba, Ermete Realacci, Dario Nardella e Caterina Bini che hanno presentato un’interrogazione a risposta scritta indirizzata al Ministro dello sviluppo economico, Flavio Zanonato.
Nell’interrogazione si chiede al Governo di adottare un provvedimento urgente per rinviare l’entrata in vigore dell’articolo 15 del Decreto legislativo n.28 del 2011, che limita l’abilitazione di responsabile tecnico per l’attività di installatore di impianti da fonti rinnovabili a coloro che hanno conseguito una laurea, un diploma di scuola secondaria con inserimento in azienda o un titolo di formazione professionale, senza dare spazio a coloro che hanno maturato negli anni, con lavoro specializzato e continuativo, una comprovata esperienza professionale sul campo.
Il decreto, infatti non contempla la sia pur minima possibilità di qualificazione come installatore di impianti per fonti rinnovabili attraverso l’esperienza diretta sul campo, adeguatamente certificata, escludendo così nei fatti la maggioranza di coloro che fino a oggi hanno svolto questo lavoro creando in pratica un nuovo caso “esodati”.
Secondo le associazioni di categoria, infatti, sarebbero oltre 70mila le imprese coinvolte con gravi danni sia sull’occupazione – si parla di 200mila posti a rischio – sia sui fatturati, mettendo ulteriormente in crisi un comparto che già subisce sia gli effetti dei decreti sulle rinnovabili dell’anno scorso, sia la crisi di liquidità delle famiglie per quanto riguarda l’efficienza energetica.
«L’assurdità – fa notare Piero Valenzano, responsabile di Casartigiani Installazione impianti – è che, qualora non venisse fatta chiarezza sull’applicazione della norma, si potrebbe configurare il caso di un responsabile tecnico di una impresa che installa da anni pannelli solari o fotovoltaici, pienamente qualificato in base ai criteri oggi definiti, al quale verrebbe impedito, per la sopravvenienza della norma, di continuare a svolgere il lavoro che svolgeva prima dell’entrata in vigore dei nuovi requisiti».
Alcune regioni come la Lombardia, la Toscana e la Liguria, capendo il problema, hanno recepito le richieste delle associazioni e stanno tentando di rendere meno pesanti le misure previste per la formazione. Siamo però ancora molto distanti dal resto d’Europa dove a tutti i lavoratori autonomi e artigiani viene riconosciuto il diritto all’autoformazione sul campo, con appositi meccanismi di validazione. Si tratterebbe dell’ennesima riforma a “costo zero” per lo Stato, che però con ogni probabilità non si vuole adottare per evitare di “scomodare” rendite di posizione di cui il nostro Paese è pieno.
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L'autore
Sergio Ferraris
Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.
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