Soluzione 55%

Il nuovo esecutivo di Enrico Letta fa i primi passi, forse, per l’efficienza energetica. La Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera come primo atto della legislatura ha approvato all’unanimità una risoluzione che impegna il governo a stabilizzare il credito di imposta del 55% in edilizia e ad estenderlo anche agli interventi di consolidamento antisismico.

«Rilanciare l’edilizia è una priorità per la nostra economia e per l’occupazione, ma una nuova fase di sviluppo del settore non può che essere legato alla qualità, all’innovazione, all’efficienza energetica, alla sicurezza antisismica. – ha detto il Presidente della Commissione Ambiente Ermete Realacci, commentando la notizia – Il sistema di agevolazione fiscale del 55% si è dimostrata infatti una misura di grande importanza: ha attivato oltre 1.400.000 interventi, per circa 18 miliardi di euro di investimenti, e la creazione di oltre 50 mila posti di lavoro all’anno nei settori coinvolti, soprattutto nelle migliaia di piccole e medie imprese nell’edilizia e nell’indotto. Ha rappresentato, inoltre, lo strumento più efficace e virtuoso in tema di sostenibilità ambientale, di sostegno del mercato dell’edilizia di qualità e di risparmio di emissioni di CO2».

Oltre a ciò il testo auspica iniziative di carattere normativo per estendere le pratiche di efficientamento energetico anche al patrimonio edilizio pubblico, come per esempio con un allentamento del Patto di Stabilità interno per gli Enti Locali che hanno risorse da investire nella messa in sicurezza antisismica degli edifici pubblici, a partire da scuole e ospedali.

Nel dispositivo della Commissione Ambiente è stata inserita, su proposta del M5S, la possibilità di aumentare la percentuale dell’incentivazione in base alla classe energetica raggiunta dopo la ristrutturazione. Si tratta di un’opzione che rappresenta un’inedita, e non si sa quanto preordinata, saldatura con Confindustria.

«Sono favorevole a un innalzamento degli incentivi fiscali per l’efficienza oltre il 55% anche fino al 70%, da estendere non soltanto agli attori del comparto edilizio e delle costruzioni, ma ad altri protagonisti della filiera, come l’industria del mobile», ha affermato il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, durante l’intervento al Convegno nazionale di Angaisa l’Associazione Nazionale Commercianti Articoli Idrosanitari, Climatizzazione Pavimenti, Rivestimenti e Arredobagno.

Ora non rimane che attendere il Consiglio dei Ministri sperando che le utilities energetiche, che vedono il volume d’affari scendere e la Ragioneria dello Stato, da sempre “preoccupata” per il calo del gettito fiscale, non siano ascoltate prima delle esigenze delle famiglie e del mondo del lavoro.