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Efficienza energetica, anche in tempo di crisi si può

l'intervista

Efficienza energetica, anche in tempo di crisi si può

Il vicesindaco di Fermo (Marche) illustra i risultati e gli stimoli ottenuti dal progetto europeo EnVision mirato agli obiettivi 20-20-20

Scritto da il 19 novembre 2014 alle 9:00 | 0 commenti

Efficienza energetica, anche in tempo di crisi si può

In tempo di crisi il risparmio diventa prioritario. Anche a livello di riduzione dei consumi energetici, gestita però in modo “intelligente” e che veda agire impegnati sia pubblico che privato. Sono questi i presupposti alla base delle cosiddette “buone pratiche”, che prendono spunto anche dall’esperienza dei progetti europei, come insegna l’esempio di EnVision 2020, appena conclusosi. Il capofila è stato il Municipio di Sofia e ha visto coinvolti la Slovenia, la Romania, la Croazia, la Grecia, la Germania. Per l’Italia, ha partecipato il Comune di Fermo, nelle Marche (oltre a Potenza). Avviato nel 2012, il progetto è partito dall’assunto che la riduzione dell’inquinamento e il miglioramento dell’efficienza energetica sono al centro dell’agenda UE e che in molti paesi del Sud Est Europa l’intensità energetica è tra le più alte d’Europa. Da qui la volontà di modificare i consumi di energia delle nazioni interessate con un approccio lungimirante incentrato sull’adozione di specifiche azioni di riduzione dei consumi.
Obiettivo: lo sviluppo di una strategia mirata allo scambio di buone passi nel settore del risparmio energetico, delle energie rinnovabili e della mobilità sostenibile, al fine di raggiungere l’obiettivo 20-20-20 (Riduzione del 20% delle emissioni di CO2, aumento del 20% dell’efficienza energetica, diversificazione delle fonti energetiche con le energie rinnovabili del 20%).
Ora, concluso il percorso progettuale, cosa rimane di questa esperienza comunitaria e quali sono i risultati ottenuti? Lo abbiamo chiesto al vicesindaco e assessore all’Ambiente del Comune marchigiano, Matteo Silenzi.
«EnVision 2020 ha avuto il merito di creare un’occasione di confronto su tecnologie già esistenti. Va detto che, dal punto di vista economico, la crisi limita fortemente la possibilità di agire: bisogna fare di necessità virtù, che rende il quadro complicato ma non impossibile. In parallelo alla partecipazione a questo progetto, come pure gli altri partner, il Comune di Fermo ha già messo in atto iniziative mirate a interventi diretti a centrare gli obiettivi del progetto. EnVision 2020 ha un altro merito: mettere il Comune nelle condizioni migliori per stimolare il territorio, cercando di acquisire quella conoscenza specifica che gli permette di sollecitare tutti i soggetti ad attivarsi in questo settore. Per gli interventi diretti ricordo che abbiamo già approvato: il PAES (Piano d’Azione per l’energia sostenibile); interventi diretti per la riqualificazione degli edifici scolastici; un bando tuttora aperto per la realizzazione di un asilo nido a energia quasi zero e che preveda l’utilizzo di tecniche architettoniche ecosostenibili. Inoltre stiamo per approvare un bando per l’illuminazione pubblica a led (con la formula del project financing), che abbini anche servizi e valori aggiunti secondo la strategia smart city. Solo da quest’ultimo progetto ci attendiamo un risparmio energetico di circa il 40%. Sull’esistente, per quanto riguarda gli edifici pubblici comunali, va anche evidenziato che abbiamo a che fare con svariate strutture sottoposte a vincoli in quanto edifici storici. In ogni caso, in termini di riduzione dei consumi, siamo in grado di centrare gli obiettivi UE».

Cosa accade ora?

«Si tratta di riversare sul territorio quello che il Comune ha acquisito come risultati del progetto, in termini di esperienza e conoscenza e per svolgere un ruolo di stimolo e di incentivo al territorio ad agire nella stessa direzione».

Come agirete, in pratica, specie in termini di efficienza energetica?

«L’azione dovrà essere a 360 gradi, trasferendo appunto conoscenze e contenuti trattati nel progetto, specie in tema di risparmio energetico e riduzione delle emissioni. Che sono due aspetti strettamente collegati e temi su cui dovremo puntare, anche a livello di edilizia, illuminazione ma anche attraverso la gestione dei rifiuti: in quest’ultimo caso stiamo pensando di realizzare un biodigestore. Il settore pubblico può attuare tutti questi interventi, ma il settore privato è altrettanto fondamentale per raggiungere gli obiettivi. Dobbiamo fare in modo che i consumi energetici si riducano fortemente: se pensiamo all’incidenza della edilizia privata, i cui consumi sono stimati al 30%, anch’essa deve fare la sua parte. Finora pochi sono stati gli interventi tesi al miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici».

Quali sono gli strumenti che pensate di utilizzare per stimolare i privati?

«Stiamo valutando delle modifiche al regolamento edilizio che prevedano la possibilità di realizzare interventi di riduzione più consistente del fabbisogno energetico e per già chi ha attuato questa regolamentazione si prevedono premialità. Stiamo anche portando avanti un discorso con i proprietari di aree edificabili in particolare della fascia costiera perché crediamo che la riqualificazione energetica e la realizzazione di un edilizia di qualità elevata possa essere una sorta di marchio di qualità in grado di qualificare un’intera zona, specie quella costiera, soggetta negli anni passati ad aggressioni dal punto di vista della quantità dei volumi di superfici edificate. Stiamo lavorando anche su interventi mirati alla mobilità sostenibile, che coinvolga i privati. Vogliamo puntare ad azioni coordinate pubblico-privato».

Questa esperienza di condivisione con realtà internazionali che stimoli possono essere a una realtà comunale come la vostra?

«Sono un’occasione di condivisione e di approfondimento sia in termini di riflessione sia in termini di interventi diretti. In questo secondo aspetto, c’è la volontà di attivarsi anche a livello di fondi europei. Il confronto è sicuramente utile e proficuo; tra l’altro, nel caso di EnVision ci siamo rapportati con realtà urbane di grande importanza come Sofia, Zagabria, Salonicco e Hannover».


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L'autore

Andrea Ballocchi

Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.


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