Edilizia residenziale: le innovazioni ecologiche prive di impatto estetico
Impianti geotermici, turbine eoliche ad asse orizzontale, tegole e pietre fotovoltaiche: tecnologie sostenibili per gli edifici, ma invisibili (o quasi) all'occhio
Photo: Di Gennaro Costruzioni, Enatek, Dyaqua
Si moltiplicano gli esempi di edilizia residenziale ecosostenibile e priva di impatti estetici negativi. Un complesso di cento appartamenti integrati con impianti geotermici e fotovoltaici è in costruzione a Tortoreto, in Abruzzo: il primo blocco sarà completato entro due anni. Gli edifici avranno sonde che arrivano a 130 metri di profondità nel terreno: attraverso un sistema a ciclo chiuso, garantiscono il riscaldamento in inverno e il raffrescamento d’estate. Senza utilizzare combustibili di origine fossile come gas e carbone. È una scommessa della Di Gennaro Costruzioni: si tratta di una tecnologia impiegata finora soprattutto in Svizzera e nell’Europa settentrionale, dove è radicata l’attenzione alle energie rinnovabili.
L’impianto geotermico è integrato con pannelli fotovoltaici su legno lamellare: attivano le pompe di calore e alimentano le luci condominiali. Le cucine inoltre sono a induzione: saranno in omaggio nella abitazioni insieme con pentole speciali per la cottura. L’unico allacciamento richiesto è per i consumi di elettricità degli appartamenti, isolati termoacusticamente e classificati come classe A. “Il condominio deve essere una fonte di reddito, non di costi. Stiamo studiando anche impianti per la cogenerazione. E nelle future lottizzazioni progetteremo un riscaldamento di quartiere”, osserva Flavio Di Gennaro, amministratore delegato dell’omonima azienda. È un cambiamento di prospettiva: gli edifici fanno parte di una rete autosostenibile sul territorio grazie all’integrazione con le fonti rinnovabili. Adesso a Tortoreto sono in fase di costruzione le strutture in cemento armato. E il progetto sarà replicato anche a Pescara.
Ma ha un ruolo anche il microeolico, in questo fenomeno. La Enatek di Piombino ha progettato le Venturbine. Sono generatori eolici ad asse orizzontale, simili a rulli: vengono installate in cima ai palazzi, anche in serie, e sono larghe circa tre metri. Sfruttano l’effetto parete: il vento accelera sulla superficie degli edifici e incrementa l’efficienza delle turbine. Sono state sviluppate in collaborazione con due dipartimenti dell’università di Firenze. La principale limitazione è nell’impossibilità di orientarle: sono fisse. Ma un’analisi locale dei venti può dimostrare se sia conveniente installarle. Le Venturbine, inoltre, non invadono il paesaggio come altri impianti che valorizzano l’energia eolica.
È ancora un prototipo, invece, la tegola fotovoltaica della vicentina Dyaqua. Si tratta di un coppo in terracotta che contiene celle in silicio cristallino: il rivestimento è in Acqua Energy, un materiale sviluppato dall’azienda e utilizzato all’inizio per lampade metalliche. Rende i moduli solari invisibili a occhio nudo, ma consente il passaggio della luce. Sono due le tecniche di fabbricazione: la stratificazione per colata e la stratificazione precostituita. Secondo i primi esperimenti, 720 coppi (circa 48 metri quadrati) sono in grado di generare 3 Kw picco. È applicabile anche alle pietre per il rivestimento delle mura. La tegola fotovoltaica ha vinto di recente un premio assegnato dal Gse. Ma la start-up ricorda che il rendimento energetico può aumentare: “Stiamo lavorando con Enea per migliorare la tecnologia”, spiega Giovanni Quagliato, fondatore di Dyaqua.
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L'autore
Luca Dello Iacovo
Giornalista freelance, collabora con "Nòva-Il Sole 24 Ore". Segue l'evoluzione del mondo di internet e le frontiere della sostenibilità.
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