costruzioni e ristrutturazioni
L’economia circolare possibile con l’edilizia green
Nell'audizione alla Camera, l'Ance ha proposto idee per la gestione sostenibile dei materiali edili, puntando su NZEB e ristrutturazioni
Photo: Wikimedia
L’Unione Europea punta forte sull’obiettivo di creare una vera transizione verso l’economia circolare e lo ha fatto adottando, lo scorso dicembre, un pacchetto di misure riguardanti l’intero ciclo di vita delle materie prime: dalla produzione e il consumo fino alla gestione dei rifiuti e al mercato per le materie prime secondarie. È un piano imponente, a partire dalla cifre in ballo: 650 milioni di euro (somma stanziata per finanziare la transizione provenienti da Horizon 2020) cui si aggiungono 5,5 miliardi di euro provenienti dai fondi strutturali per la gestione dei rifiuti, riducendo sensibilmente il loro quantitativo puntando al riciclaggio e ad investimenti nell’economia circolare a livello nazionale.
L’edilizia è uno dei settori maggiormente chiamati a operare dei cambiamenti, partendo dal fatto che il maggior contributo alla produzione annua di rifiuti speciali a livello europeo è dato proprio dalle attività di costruzione e demolizione: da qui ogni anno si producono 500 milioni di tonnellate in tutta l’UE.
L’Ance ha sottolineato gli ambiti nei quali le costruzioni possono contribuire all’economia circolare. E lo ha fatto in un’audizione informale presso la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati nell’ambito dell’esame delle proposte UE in materia di rifiuti.
Nel documento presentato si è ricordato come la Commissione Europea abbia adottato un pacchetto di misure sull’economia circolare che comprende un piano di azione globale e quattro comunicazioni contenenti proposte di modifica di alcune direttive, compresa la Direttiva quadro sui rifiuti.
«Tale Piano intende fornire indicazioni agli Stati membri su una serie di ambiti economici e produttivi tra cui la progettazione ecocompatibile dei prodotti, l’utilizzo sostenibile delle risorse e la gestione dei rifiuti».
Proposte e ambiti di intervento
Nel corso dell’audizione il presidente Ance, Claudio De Albertis, che ha guidato la delegazione associativa insieme a Gianluigi Coghi, vicepresidente per la Tecnologia, l’innovazione e l’ambiente, ha presentato il documento che evidenzia quali siano gli ambiti in cui il settore edile può contribuire allo sviluppo dell’economia circolare. Innanzitutto, nelle nuove costruzioni, sia edifici che infrastrutture, occorre puntare in direzione degli “edifici a energia quasi zero” (i cosiddetti nZEB), anche sostituendo il patrimonio edilizio ormai vetusto, dall’altra considera necessario «favorire l’utilizzo di materiali costruttivi il cui impatto sull’ambiente sia sempre più ridotto». Occorre intervenire in modo altrettanto importante sul patrimonio edilizio esistente, «cui sono imputabili, per ragioni di vetustà ed obsolescenza, la gran parte dei consumi di energia, nonché l’utilizzo di materiali non ecocompatibili».
Le città sono un ulteriore ambito su cui intervenire perché, secondo l’Associazione, la sfida della sostenibilità e dell’economia circolare deve essere affrontata con una visione d’insieme, mirando ad efficientare i centri urbani. Da qui la necessità di una “rivoluzione culturale” che metta al centro il bilancio zero nel consumo del suolo. Per questo occorre puntare, sempre più a un impiego crescente dei materiali derivanti da processi di recupero, primi fra tutti quelli derivanti dai materiali da costruzione e demolizione che danno origine agli aggregati riciclati equivalenti, almeno per determinati utilizzi, ai materiali da origine estrattiva. Ance ha questo proposito ha ricordato come la stessa Commissione Europea per il 2020 abbia fissato l’obiettivo di recuperare il 70% in peso dei rifiuti da costruzione e demolizione, «obiettivo virtuoso ma che appare ancora difficilmente conseguibile a causa di ostacoli/impedimenti».
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L'autore
Andrea Ballocchi
Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.
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