Edilizia sostenibile
Ecobonus, leve per il risparmio e per l’economia
Confartigianato e CNA concordi: se stabilizzati, gli ecobonus in edilizia porterebbero vantaggi in termini di risparmio energetico e finanziari
Photo: Pixabay.com
Casa dolce casa? Per più di 2 milioni di case italiane non si può dire, dato che versano in cattivo stato. Lo rileva un’analisi condotta da Confartigianato: 2.051.808 edifici residenziali, pari al 16,8% del totale, sono in mediocre o pessimo stato di conservazione, su un totale di 12.187.698 – l’84,3% degli edifici totali – con 31.208.161 abitazioni. E la situazione è peggiore al Sud Italia, dove svetta in negativo il record in termini percentuali della Sicilia con il 26,8% del totale degli edifici residenziali in mediocre-pessimo stato di conservazione. Subito dietro c’è la Calabria (26,2%) dove però si registrano, a livello provinciale, i primati nazionali in negativo: la peggiore è Vibo Valentia, col 31,4% del totale, seguita da Reggio Calabria (31,3%) e Catanzaro (25,8%).
Viceversa, emergono in positivo le regioni Umbria e Trentino Aldo Adige, con una quota di case in cattive condizioni pari al 10,7%, seguite dalla Toscana (11,5%). A livello di province, le più virtuose sono Prato (8,2%), Bolzano (8,5) e Siena (8,5%).
Il cattivo stato delle case non solo pone un problema di sicurezza, ma anche di consumi energetici tanto che il comparto residenziale determina il 28,8% dei consumi finali di energia: più di quanto facciano registrar i trasporti su strada (27,7%) e l’industria (22,7%).
Dalla necessità di mettere in sicurezza la propria casa e per contare su un significativo risparmio energetico occorre puntare sulla ristrutturazione. E approfittare degli ecobonus, come suggerisce Arnaldo Redaelli, Presidente di Confartigianato Edilizia: « È indispensabile rendere stabili e permanenti, nella misura indicata nella legge di Stabilità 2016, gli incentivi fiscali che consentono di raggiungere più obiettivi: riqualificazione del patrimonio immobiliare, risparmio ed efficientamento energetico e difesa dell’ambiente, rilancio delle imprese delle costruzioni, emersione di attività irregolari».
Gli ecobonus fanno bene all’ambiente, contando su case meno energivore, ma anche all’occupazione: per questo c’è chi sostiene la necessità di un prolungamento stabile degli incentivi fiscali anche pensando a questo vantaggio. Come Claudio Corrarati, presidente della CNA del Trentino Alto Adige, che commentando i numeri positivi quanto a posti di lavoro in crescita nella propria regione, segnalava pochi giorni fa come il segmento edile risulti ancora in perdita. Per questo «Ribadiamo la necessità di un programma di risanamenti energetici degli edifici pubblici, che affianchi le misure fiscali già adottate dalla Provincia per le ristrutturazioni degli alloggi privati. L’edilizia porta, a sua volta, occupazione anche alle aziende di impiantistica, a quelle dei servizi e persino a hotel e ristoranti».
Lo stesso presidente Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa del Trentino Alto Adige ha evidenziato anche un’altra lacuna colmabile con le detrazioni: quella della difficoltà di accesso al credito, che spesso si traduce in mancanza di liquidità per le Pmi artigiane dell’edilizia. «Tra le spese per l’acquisto dei materiali e il saldo dei pagamenti passano mesi, le aziende rischiano di rimanere senza liquidità. La soluzione: trasformare le detrazioni fiscali, confermate anche per il 2016 dalla legge di Stabilità, in crediti di imposta cedibili alle banche per avere un capitale con cui finanziare gli interventi di riqualificazione energetica e ristrutturazione. È la proposta avanzata dal Centro Studi Cna, che aumenterebbe gli investimenti con ripercussioni positive per il settore edile. Cedere i crediti d’imposta alle imprese, invece, significa gravare le Pmi di ulteriori incombenze, ovvero ricorrere alle banche per riscontare questi crediti, ammesso che la perdurante stretta creditizia lo permetta».
I conti sono presto fatti: considerando il tasso medio del 3,06% praticato dalle banche sui mutui per le ristrutturazioni, la Confederazione stima che, in presenza di una detrazione del 50%, il beneficio, in termini di costo finanziario della ristrutturazione, è pari a circa 57 euro ogni 100 euro di spesa, con un risparmio effettivo del 43% dell’investimento effettuato. Nelle riqualificazioni energetiche risulta che, con una detrazione del 65%, le famiglie e le imprese sostengono un’uscita finanziaria di circa 45 euro ogni 100 euro di investimento, realizzando un vantaggio in termini finanziari del 55% circa.
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L'autore
Andrea Ballocchi
Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.
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