Professionisti
Architetti contro la corruzione
Il Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori si schiera contro la corruzione e per la qualità del costruito
Gli architetti italiani si schierano contro la corruzione. Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, inserendosi nella discussione della proposta di legge in seno alla commissione Beni Culturali,prendendo posizione circa i recenti fatti che hanno riguardato la corruzione nella Pubblica Amministrazione.
«I raccapriccianti fatti di cronaca di queste ultimi giorni dimostrano ancora una volta, e se mai ce ne fosse bisogno, che solo la qualità dell’architettura rappresenta l’unica arma contro il malaffare, la mafia, la cattiva sorte delle opere pubbliche. Come gli architetti italiani sottolineano da tempo, è nei progetti malfatti e mal pagati che si annida la malavita, che non prevede la competenza di bravi architetti o di imprese di costruzioni serie. Ecco perché è urgente che il Parlamento approvi al più presto il provvedimento presentato dal capogruppo al Senato del Partito Democratico, Gianluigi Zanda, sulla qualità architettonica e sulla disciplina della progettazione», ha affermato Freyrie. «Una legge sulla qualità dell’architettura rappresenta – prosegue Freyrie – un’esigenza più volte ribadita e un progetto storico degli architetti italiani: riconoscendo la funzione civile dell’architettura, risponde al principio che essa non riguardi solo gli addetti ai lavori, progettisti e costruttori, ma riguardi, invece, i cittadini e il loro diritto a un habitat e a un ambiente migliori».
Secondo gli architetti il solo criterio per vincere le gare è la qualità del progetto. Si tratta di un metodo con il quale potrebbe essere possibile colpire le mafie che sugli appalti pubblici hanno costruito le fondamenta della loro economia.
«Molto positiva – conclude Freyrie – la promozione, che il ddl Zanda prevede, del ricorso ai concorsi di progettazione o di idee per scegliere i progetti delle opere pubbliche, così come lo stop agli appalti integrati, l’obbligo di affidare a un unico soggetto i tre gradi del progetto e la direzione lavori al titolare del progetto esecutivo. Tornare a bandire i concorsi significa ridare centralità alla progettazione, rendere trasparente il mercato, sconfiggere mafie e corruttele; significa realizzare buona architettura e significa consentire ai professionisti, soprattutto ai giovani, di liberare le loro idee e la loro creatività».
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L'autore
Sergio Ferraris
Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.
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