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L’Aquila: crollano le New Town

Un balcone in legno è crollato a causa delle infiltrazioni d’acqua. Sotto accusa la scarsa qualità e la fretta nella costruzione

Scritto da il 04 settembre 2014 alle 10:30 | 1 commento

L’Aquila: crollano le New Town

All’Aquila i palazzi continuano a crollare. E non per un nuovo terremoto o per le conseguenze di quello, drammatico, di cinque anni fa. A crollare sono oggi le New Town, le palazzine antisimiche costruite a tempo di record dopo il terremoto del 6 aprile 2009 per ospitare le migliaia di sfollati del capoluogo abruzzese. Pochi giorni fa un balcone in legno al secondo piano di una palazzina prefabbricata post-sisma nella frazione di Cese di Preturo (nella foto) è infatti crollato, finendo sul terrazzo dell’appartamento al piano inferiore. Per pura  casualitàal momento del cedimento non c’erano persone, dunque non stiamo qui a scrivere di altri morti. ll sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, è stato costretto a emettere due ordinanze: una per impedire che gli inquilini dell’insediamento del progetto Case di Cese di Preturo di uscire dai balconi, ritenuti non sicuri dopo il cedimento, l’altra per reperire trenta alloggi in altre new town da assegnare alle famiglie.

La causa del crollo, secondo Cialente, è di natura strutturale ed «è un difetto di costruzione legato alla mancanza della guaina e quindi dell’isolamento che ha permesso infiltrazioni d’acqua che hanno indebolito il legno. Non si può giustificare il fatto che, per andare di corsa, si costruisca male, questo anche alla luce dell’alto costo a metro quadrato». Ancora più duro l’assessore al Bilancio, Lelio De Santis: “Il crollo conferma quello che in tanti avevano detto sul progetto Case: costi pesanti, realizzazioni superficiali e fatte con i piedi, sicurezza poco e nulla e affari per le imprese – attacca de Santis – Ora dobbiamo mettere in sicurezza le persone perché se continua a piovere, crollano altri balconi. Per questo il sindaco ha emesso le due ordinanze. Quanto accaduto fa capire al Governo che ha costruito le case che la manutenzione straordinaria è una cosa seria: quest’anno non ci hanno dato nulla, noi abbiamo messo in bilancio un milione, ma c’è bisogno di fondi straordinari. Poi dobbiamo accelerare le procedure per il soggetto che deve gestire per una manutenzione seria se no il patrimonio cadrà a pezzi”.

L’accaduto ha spinto anche FederlegnoArredo a reiterare la sua proposta di considerare le opere in legno all’interno delle categorie superspecialistiche. “Soprassedere a questa richiesta significa chiudere gli occhi sulla pubblica incolumità. Imprese legate principalmente a costruzioni tradizionali spesso ignorano completamente i fattori tecnologici e ingegneristici di un’opera realizzata tramite tecnologie in legno (…). Dire basta all’improvvisazione non significa solo valorizzare competenze specifiche all’interno della filiera edile, ma vuol dire soprattutto preservare il bene più prezioso: la vita delle persone”, insiste l’associazione di categoria.


Commenti

È stato inserito 1 commento.

  • Gianluca
    scrive il 09 settembre 2014 alle ore 08:27

    Non credo che le costruzioni in legno rappresentino un problema . Al contrario , le case in legno esistono da secoli prima di quelle in muratura e l'ingegnerizzazione di questi tipi di strutture ha ormai raggiunto oggi performances difficilmente raggiungibili dagli altri sistemi costruttivi. Cerchiamo quindi di non generalizzare asserendo che in base a quanto accaduto , un tipo di costruzioni sia peggiore di un altro. Diciamo invece che vi sono costruttori che lavorano come devono ed altri che non lo fanno.

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L'autore

Gianluigi Torchiani

Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili


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