Una metropolitana verde in Canada
Da Vancouver a Richmond 16 stazioni certificate Leed si integrano nel paesaggio riducendo traffico e inquinamento
Photo: Douglas A. Salin
La green ethic sta investendo ogni contesto dello scenario antropizzato, dallo spazio privato a quello pubblico, dai consumi quotidiani alla produzione industriale alla comunicazione. Non stupisce quindi che un’intera tratta metropolitana, recentemente inaugurata in Canada, sia stata concepita secondo i più attuali criteri di sostenibilità e integrazione nel paesaggio.
Le caratteristiche della linea
La Canada Line che, in venticinque minuti e diciannove chilometri collega il centro di Vancouver all’aeroporto internazionale Yvr e alla città di Richmond, comprende sedici stazioni (quattro a Richmond, tre a Sea Island e nove a Vancouver) tutte caratterizzate da un concept progettuale particolarmente attento all’ambiente, sia nelle scelte strutturali che in quelle di materiali e servizi, tanto da aver ottenuto la certificazione Leed. Progettata da sette studi di architettura (Busby Perkins+Will, Hotson Bakker Boniface Haden, Hywel Jones Architect, Kasian Architecture, Stantec, Via Architecture e Walter Francl Architect), la Canada Line si integra nello scenario urbano attraverso un mix di architettura e infrastruttura che le è già valso un Gold Award dal Consiglio canadese per le partnership tra pubblico e privato.
Un progetto attento alle esigenze del pubblico
L’intervento, lontano da “gesti” architettonici inutilmente invasivi o autoreferenziali e caratterizzato da una profonda attenzione al contesto per un risultato, come lo hanno definito gli architetti, «più urbano che architettonico», è frutto di un costruttivo dialogo tra progettisti e committenti. Strutture leggere rispondono visivamente alla metafora della velocità del movimento attraverso le curvature morbide dei tetti e delle controsoffittature enfatizzate dagli effetti di trasparenza dei tamponamenti vetrati da dove filtra la luce naturale. Le stazioni sono tutte diverse, ma concepite nel segno di un comune metodo progettuale. Si distinguono infatti in segmenti definiti dai progettisti «famiglie», con caratteri progettuali simili determinati di volta in volta dal contesto, ma sono tutte connotate da un’estetica, una funzionalità e una durabilità adeguate alla gestione di un traffico di dimensioni importanti (oltre centomila passeggeri al giorno, 10 corsie di transito per i treni). Il design dinamico, avveniristico ed essenziale dell’intervento è esaltato dalle numerose variazioni da una palette di colori dal bianco al beige al blu e dai materiali naturali che evocano il cielo sottolineando i criteri di sostenibilità che caratterizzano l’intero progetto. Tra gli altri accorgimenti, l’impianto di ventilazione e l’impianto d’illuminazione a risparmio energetico e la messa a dimora, all’esterno, di quattrocento piante del luogo per mimetizzare l’intervento nel paesaggio.
Rivestimenti ad hoc per ottimizzare la fruizione degli spazi
Anche i materiali impiegati sono in linea con la green ethic: cemento, acciaio, vetro, ceramica. Per quest’ultima, in particolare, sono stati scelti prodotti dell’azienda italiana Casalgrande Padana: le pavimentazione e i rivestimenti in grès porcellanato (linee Granitogres e Pietre Native, dalle performances particolarmente elevate e prodotte con criteri ecocompatibili) garantiscono un’adeguata resistenza al traffico pedonale e un’ottima risposta alle variazioni della luce. In generale, i rivestimenti hanno previsto un accurato studio dei colori, scelti in tenui tonalità, e hanno favorito un’illuminazione uniforme degli spazi ottimizzando visibilità, comfort visivo, riduzione del riverbero e netta demarcazione del bordo dei marciapiedi.
Meno luce artificiale, ma più efficiente
Il progetto illuminotecnico è unificato per tutte le sedici stazioni. «Utilizzando apparecchi nascosti o comunque non messi in evidenza, abbiamo seguito criteri progettuali incentrati sulla qualità, sul risparmio della distribuzione della luce e sui valori di riflettanza delle finiture che hanno permesso di incrementare negli utenti la sensazione di sicurezza e facilità di movimento» spiega Galina Zbrizher, responsabile di Total Lighting Solutions, società autrice del master plan illuminotecnico della Canada Line, e lighting designer delle singole stazioni. «Studiando il modo in cui le superfici riflettono la luminosità – continua Zbrizher – si può impiegare una quantità relativamente bassa di luce. Rispetto ai sistemi tradizionali, il nostro progetto consente di risparmiare 1,5 milioni kilowattora all’anno. Un sondaggio tra gli utenti conferma l’efficacia della potenza ridotta: anche se i livelli di luce in tutte le aree, tranne che nelle piattaforme, sono circa la metà di quelli sulle linee metropolitane già esistenti a Vancouver, l’ottanta per cento degli intervistati ha detto che le nuove stazioni sono più luminose e di sentirsi più al sicuro». L’intero sistema di illuminazione, che non utilizza più di cinque tipi di lampade, oltre ai Led, e per la maggior parte a fonti fluorescenti lineari, crea un linguaggio di forte impatto grafico che rende omogenee le stazioni, supporta l’orientamento dell’utente e riduce al minimo i costi di manutenzione».
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L'autore
Luisa Pianzola
Luisa Pianzola è giornalista freelance e consulente editoriale. Laureata in storia dell’arte contemporanea e diplomata in visual design, ha pubblicato alcuni libri di architettura e collabora da vari anni con studi di comunicazione e periodici specializzati nel settore dell’architettura, del product design e degli interni occupandosi di progettazione, materiali e wellness con una particolare attenzione alla ecosostenibilità.
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