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L'architettura degli impianti energetici | Tekneco

L’architettura degli impianti energetici

Dal punto di vista architettonico e paesaggistico i grandi impianti energetici hanno poco appeal. Ma lo scenario è in evoluzione

Scritto da il 27 luglio 2011 alle 8:47 | 0 commenti

L’architettura degli impianti energetici

Photo: Amagerforbraending, Studio Big


Una storia che si ripete da sempre: le strutture industriali e i grandi impianti energetici dal punto di vista architettonico sono difficili da pensare come risorse per il paesaggio, ed è difficile che sfuggano alla definizione di ecomostri, catallizzando il malcontento di chi gravita attorno alla loro sede. Ma qualcosa forse sta cambiando e l’idea che sia possibile elaborare un modo di progettare impianti industriali che si integrino nel territorio valorizzandolo con interventi che coniugano tecnologia, innovazione e bellezza senza deturpare il paesaggio ma che anzi valorizzandolo è una delle sfide per l’architettura contemporanea.

I progetti più innovativi

In Olanda, Bjarke Ingels, progettista visionario a capo dello studio BIG (www.big.dk), ha vinto il concorso per la riqualificazione di un termovalorizzatore a Copenaghen che sarà ultimato nel 2016 con un investimento di 460 milioni di euro. Il progetto di questo giovane guru della progettazione ecosostenibile ha battuto quelli presentati da molti studi blasonati come Wilkinson Eyre Architects, Dominique Perrault Architecture, 3xN, Lundgaard & Tranberg Architects & Gottlieb Paludan Architects, finalisti di una competizione che aveva visto 36 grandi studi in tutto il mondo produrre le loro proposte. Il progetto Amagerforbraending, che è in una zona non lontana dal centro, nasce sulle ceneri (è proprio il caso di dirlo…) di un vecchio impianto e si pone l’ambizioso obiettivo di diventare un punto di riferimento per la città e uno dei luoghi da visitare per i turisti. Come? La sua funzione fondamentale, ricavare energia dai rifiuti, rimane inalterata; la novità è che diventerà un’attrazione turistica sostenibile, una meta dove andare a divertirsi. Sul tetto sorgerà un complesso sciistico di 31mila metri quadrati con un belvedere a 100 metri d’altezza, per una vista mozzafiato sulla capitale danese. Intorno all’area sono previste poi altre attrazioni, negozi e servizi. La pista verrà realizzata con un composto granulare sintetico riciclato ma la vera novità è il camino che sarà modificato per emettere un cerchio di vapore del diametro di 30 metri illuminato da laser notturni ogni volta che viene prodotta una tonnellata di CO2, per ricordare a chi guarda il cielo che l’ambiente va trattato con i guanti.

Ulivi e megawatt

Senza subire i condizionamenti degli impianti, rispondere alle esigenze funzionali senza rinunciare alla qualità architettonica: questo l’approccio dello studio genovese Frigerio Design Group (www.frigeriodesign.it) nella progettazione di due grandi complessi: la centrale termoelettrica Energy Plus, a Salerno, e quella elettrica di Rizziconi, in Calabria.

Nella prima, caldaia e camino rappresentano due elementi fondamentali che conferiscono un carattere industriale inequivocabile e le necessità manutentive richiedono di potervi accedere in vari punti. Da questi dati di base è scaturita l’idea della caldaia origami, una superficie piegata e ripiegata come un foglio di carta che, rispettando le esigenze dell’impianto, riveste tutto il volume e ne trasforma l’identità. La soluzione risolve anche l’aspetto acustico con l’uso di pannelli fonoassorbenti, che “tagliano” e abbattono il rumore. L’illuminazione scenografica a luci led poste nelle pieghe dei tamponamenti le conferisce anche di notte un carattere particolare.

La centrale elettrica di Rizziconi è un complesso enorme, grande quanto un quartiere residenziale da 2000 abitanti, e comprende servizi ed edifici tecnologici, divisi in due gruppi da un diverso trattamento architettonico e per i diversi materiali usati per il rivestimento della facciata: rispettivamente cemento e pannelli di acciaio zincato preverniciato. Il contesto è rurale, un bosco di alberi di limone e, soprattutto, olivo. E’ in risposta all’inserimento della centrale nel suo contesto che l’elemento verde è portante per il concetto di articolazione cromatica e strutturale di volumi e spazi. Differenti specie arboree creano un’integrazione nel paesaggio circostante, lo studio cromatico della facciata porta alla mimetizzazione dell’intera struttura nel contesto naturale.

Una centrale elettrica sostenibile

In Italia, un progetto di Italo Rota per il gruppo Repower, leader svizzero nel settore elettrico, poneo l’accento sulla necessità di pensare agli impianti energetici in termini nuovi. Il progetto 4H2O ha l’intento di valorizzare il territorio del Sannio in chiave ambientale e turistica legandosi alla realizzazione di un impianto idroelettrico a pompaggio che riutilizza il bacino di Campolattaro. “Il progetto – dice l’architetto Rota – è un’impresa legata al recupero dell’acqua come elemento che nutre la storia di un popolo e di una terra. Nel Sannio, tutto questo sarà possibile proprio grazie alla realizzazione di una centrale idroelettrica che sarà sostenibile sul piano ambientale e diventerà l’occasione per creare un laboratorio unico con contributi strategici.” Il gruppo Repower ha da tempo studiato iniziative relative agli impianti di regolazione mediante pompaggio in quanto consentono di ottimizzare i carichi sulla rete elettrica nazionale favorendo la stabilità del sistema in un contesto di grande variabilità giornaliera e stagionale della domanda, permettono di massimizzare la produzione di energia da fonti rinnovabili, tipicamente non programmabili, sono caratterizzati da impatti ambientali e paesaggistici contenuti (bilanci idrici pari a zero, possibilità di realizzare gran parte dell’impianto in sotterraneo, nessuna emissione inquinante in fase di esercizio). L’impianto di Campolattaro utilizzerà come serbatoio inferiore l’invaso della diga omonima, mentre il bacino di monte verrà realizzato in una conca naturale. Una condotta sotterranea di circa 10 km unirà i due bacini. La centrale di generazione sarà costruita in caverna. Italo Rota ha realizzato il progetto architettonico dei 3 portali di accesso più l’edificio integrato all’accesso principale che ospiterà gli uffici. Si prevede che le attività della centrale possano essere avviate nel primo semestre del 2018.


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L'autore

Paola Pianzola

Paola Pianzola, giornalista freelance, vive a Milano. Ha curato la realizzazione editoriale di alcuni libri e diretto periodici specializzati nel settore dell’architettura, dell’industrial design e del legno come materia prima; collabora con pubblicazioni rivolte all’utente finale occupandosi di progettazione, materiali e prodotti edilizi ecosostenibili.


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