Tekneco #11 – Riciclo
Vetro: un mondo trasparente e insapore che piace
Due conti con Assovetro sulla produzione del vetro in Italia. Un settore che ricicla quasi il 70% della produzione totale e impiega circa 25mila addetti
Articolo a firma di Gianni Parti
Il vetro ha una sua innegabile magia. Può essere trasparente come l’aria, resistente e fragile allo stesso tempo ed è l’unico fra tutti i materiali che conosciamo che può conservare cibi e bevande senza alterarne il sapore, né nessuna altra delle sue qualità. Inoltre può essere riciclato.
Non stupisce, quindi, se Assovetro ha presentato i suoi dati più recenti dentro una delle sedi (quella romana) di Eataly, il tempio-supermercato dell’alimentazione di qualità. E i dati sono impressionanti. Nel 2011, infatti, l’industria italiana vetraria ha impiegato circa 25.000 addetti, con una produzione totale di oltre 5 milioni di tonnellate di vetro, delle quali la sola produzione dei contenitori è stata pari a circa 3,8 milioni di tonnellate.
Tenuto conto che l’immesso al consumo d’imballaggi in vetro nel 2011 si stima pari a 2.306.951 tonnellate, secondo Assovetro il tasso di riciclo dei contenitori in vetro in Italia è passato, dall’iniziale 39% del 1998 (anno di costituzione del Co.Re.Ve. “Consorzio Recupero Vetro”) al 68,1% registrato nel 2011. L’impiego del rottame di vetro nella miscela vetrificabile è una pratica da sempre seguita ed adottata perché consente di ottenere un prodotto con le stesse caratteristiche di un prodotto fabbricato con le sole materie prime naturali e garantisce le medesime condizioni di inerzia, di igienicità e di inattaccabilità.
Per l’anno 2011, il contributo al risparmio energetico fornito dal riciclo del vetro nella produzione di nuovi imballaggi (riciclabili al 100%, all’infinito) è quantificabile in circa 308.191 TEP (tonnellate equivalenti in petrolio), pari a circa 3.097.887 barili di petrolio (una composizione della miscela vetrificabile con il 50% del rottame consente un risparmio energetico di oltre il 13% dell’energia necessaria per fondere le materie prime corrispondenti).
Attraverso il riciclo del vetro sono state, inoltre, evitate l’estrazione di materie tradizionali prime (sabbia, carbonati, soda, etc.) per circa 3.180.701 tonnellate (per un volume di 1.779.106 meri cubi) e le emissioni in atmosfera di 2.031.352 tonnellate di CO2 equivalenti, corrispondenti a quelle derivanti dalla circolazione di 1.226.000 auto Euro 5 per un anno (piccole utilitarie, con percorrenza media di 15.000 km).
«Il riciclo del vetro –ha spiegato Giuseppe Pastorino, Presidente della sezione vetro cavo di Assovetro – è il miglior esempio di economia sostenibile, perché il vetro è un materiale riutilizzabile al 100% e capace di mantenere inalterate le qualità iniziali. Purtroppo però le raccolte differenziate sono troppo spesso di qualità scadente. È necessario quindi sviluppare e sostenere la raccolta monomateriale di imballaggi in vetro, che permette il più ampio riciclo, e incentivare la raccolta di vetro per colore, che in Italia ha visto solo sperimentazioni a Verona e in Versilia. L’industria, proprio per far crescere l’utilizzo del rottame, sta svolgendo il suo ruolo, sviluppando tecnologie in grado di separare per colore i frammenti di vetro direttamente negli impianti di trattamento».
Un trend in calo
Un 2012 ancora da pesare
I dati, ovviamente ancora parziali, relativi al 2012, riguardanti la produzione generale dei contenitori in vetro (bottigliame, flaconeria, vasi, casalingo) sono pari a 2.950.777 tonnellate, registrando, rispetto allo stesso periodo del 2011, una diminuzione del 5,5%.
All’interno del vetro cavo la quantità di bottigliame per uso alimentare (acque minerali, vini, oli, ecc.) prodotta da gennaio a ottobre 2012 è stata pari a 2.514.317 tonnellate, con un decremento del 5,1% rispetto al periodo gennaio-ottobre 2011. In diminuzione anche la produzione della flaconeria per l’industria farmaceutica, cosmetica e profumeria, pari a 130.548 tonnellate, che registra un negativo del 4,6% sempre in confronto con i primi dieci mesi del 2011. Per lo stesso periodo si registra in diminuzione anche la produzione dei vasi alimentari, che si è attestata sulle 187.934 tonnellate, registrando un decremento del 10,7%.
Infine, il comparto del casalingo (articoli per la tavola), con 117.978 tonnellate, ha evidenziato da gennaio ad ottobre 2012 un calo del 5,4% rispetto ai primi dieci mesi del 2011.
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