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Petrolio

Un robot per il mare

Con un nuovo robot sottomarino aumentano i controlli sulle attività petrolifere. Si tratta di un sistema che però non consentirà di prevenire l'inquinamento

Scritto da il 30 dicembre 2014 alle 9:00 | 0 commenti

Un robot per il mare

Il settore Oil&Gas prova a tenere sotto controllo l’ambiente in prossimità dei pozzi petroliferi. Eni E&P, infatti, ha sviluppato Clean-Sea, un robot sottomarino che può operare fino a 3mila metri di profondità in condizioni ambientali ostili, raccogliendo dati, immagini e campioni dell’acqua marina in maniera sequenziale, sia per quanto riguarda lo spazio, sia il tempo. Si tratta di una tecnologia sviluppata per il monitoraggio dei fondali in prossimità di piattaforme e impianti per l’estrazione di petrolio e gas naturale. Il sottomarino è un veicolo autonomo Auv (Autonomous Undersea Vehicle) che stato sviluppato in ambito militare e ora, visto che è stata rilasciata la tecnologia, trova applicazioni in ambito scientifico e industriale.

Clean-Sea è in grado di rilevare e memorizzare mappe ambientali in a quattro dimensioni, ossia registrando le misure anche nello spazio e nel tempo, possibilità che consente un monitoraggio attento sotto al profilo delle dinamiche d’inquinamento cosa particolarmente utile nel caso delle attività petrolifere.

Nel sottomarino ci sono sensori, campionatori, analizzatori, intercambiabili in funzione delle specifiche missioni da eseguire che possono effettuare automaticamente la misurazione dei parametri ambientali, mentre il sistema è in grado di modificare gli obiettivi iniziali anche in funzione dei rilevamenti fatti sul posto, rilevando così in tempo reale le anomalie dell’ambiente marino.

Clean-Sea sarà utilizzato nella mappatura ambientale delle aree narine nei pressi delle installazioni petrolifere, nell’ispezione delle grandi reti di tubature, delle piattaforme e degli impianti sottomarini, nel monitoraggio dei fondali, e nella raccolta di campioni d’acqua marina da trasportare a terra per le analisi di laboratorio. Il progetto sperimentale è iniziato nel 2008 e si è concluso recentemente con una serie di prove in Norvegia, mentre le sperimentazioni nelle aree operative sono avvenute in Italia e Kazakhstan.

Si tratta di un sistema che nonostante i pregi sotto al profilo del monitoraggio potrà, nel caso di incidenti rilevanti quali quello del Golfo del Messico prendere atto, in maniera assai dettagliata, delle dinamiche dell’inquinamento, cosa che però difficilmente le preverrà, ne tantomeno prmetterà in condizioni analoghe d’intervenire in maniera efficace, poichè le operazioni ad alta profondità sono sempre difficoltose.


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L'autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.


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