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Stop alla cattura e al commercio dei cetacei

Biodiversità

Stop alla cattura e al commercio dei cetacei

Delfini, orsi polari e altre specie verso una maggiore protezione. Decisioni storiche della Convenzione sulla conservazione delle specie migratorie

Scritto da il 17 novembre 2014 alle 8:30 | 0 commenti

Stop alla cattura e al commercio dei cetacei

Non sono stati pochi i colpi di scena alla fine della settimana di lavori della Cop11 a Quito (Ecuador), la riunione della Conferenza delle parti della Convenzione sulla conservazione delle specie migratorie (Cms). A cominciare dal divieto di cattura e commercio dei cetacei per la cattività. Addio quindi ai delfinari? In realtà gli accordi sanciti a Quito, per quanto di grande importanza sul piano di principio, sono ancora ben lontani dal diventare cogenti. Intanto, i dettagli attuativi – così come gli indicatori per valutare i progressi nella conservazione – saranno disponibili solo in occasione della Cop12, nel 2017, e poi deve seguire la ratifica dei governi che fanno parte della Convenzione. Inoltre, dalla Cms restano esclusi Paesi come Usa, Cina, Russia, Giappone e Brasile.
Si tratta comunque di un grande successo per quella che verrà ricordata come la “Cop degli squali”, per via del gran numero di squali e razze entrati nelle liste di protezione. Una migliore protezione internazionale è stata sancita anche per l’orso polare, sempre più minacciato dagli effetti dei cambiamenti climatici – che hanno già fatto scomparire due milioni di metri quadri di banchisa -, dal traffico marittimo e dalle trivellazioni petrolifere.
Un’altra decisione senza precedenti riguarda le energie rinnovabili: la Convenzione ha infatti messo all’ordine del giorno l’analisi delle possibili minacce per le specie migratorie derivanti da queste nuove tecnologie e sono state approvate delle linee guida per evitare che le pale eoliche, i pannelli solari, le dighe e altri tipi di strutture per l’energia pulita rechino danni alla fauna selvatica. Una decisione importante è anche quella che punta a proteggere gli uccelli migratori dall’avvelenamento, con l’eliminazione progressiva, nei prossimi tre anni, delle munizioni di piombo.
Nei loro commenti finali, molti delegati hanno definito la Cop11 una pietra miliare nel cammino della Convenzione, che ora è nelle condizioni di assolvere meglio al suo mandato di protezione delle specie migratorie minacciate. Una Convenzione, quella di Quito, che ha visto anche un record di presenze, con oltre 900 delegati provenienti dai 120 Paesi aderenti alla Cms e da Ong, mondo dei media ed esperti di alto livello. “La Conferenza di Quito ha generato un livello d’attenzione per la Convenzione senza precedenti – ha dichiarato Bradnee Chambers, segretario esecutivo della Cms – . Come mai prima nei 35 anni di storia del trattato, gli animali migratori sono diventati un riferimento mondiale per un gran numero di questioni urgenti tipiche del nostro tempo. Dall’inquinamento da plastica nei nostri oceani, agli effetti dei cambiamenti climatici, dal bracconaggio e dallo sfruttamento eccessivo, alle minacce alla fauna selvatica: problemi che finiranno per riguardarci tutti da vicino”.
“Le decisioni prese dai governi partecipanti al Cms riflettono la crescente presa di coscienza di una responsabilità comune e condivisa circa la protezione della fauna, e prende in conto il fatto che le minacce che gravano sulle specie selvatiche possono essere affrontate più efficacemente tramite la cooperazione internazionale” ha commentato Achim Steiner, Sotto-segretario generale delle Nazioni Unite e Direttore esecutivo dell’Unep, che amministra la Convenzione.


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L'autore

Stefania Marra

Stefania Marra, giornalista professionista dal 1994, è stata per circa dieci anni caporedattrice della rivista Modus vivendi. Dal 2005 gestisce il modulo pratico di giornalismo al Master di comunicazione ambientale (CTS/Facoltà di Scienze delle comunicazioni Università La Sapienza). Scrive soprattutto di storia sociale dell'alimentazione e di ambiente, settore per il quale ha ricevuto diversi premi giornalistici.


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