plastica
Soho dichiara guerra alle cannucce
Alcuni bar e ristoranti del quartiere londinese hanno messo al bando le cannucce di plastica, simbolo dell’usa e getta per eccellenza
Photo: jeroen_bennink
La lotta contro i rifiuti ha un nuovo nemico, le cannucce di plastica. Simbolo dell’usa e getta per eccellenza, se ne utilizzano a migliaia nei fast food e nei take away di tutto il mondo, tanto da essere ormai l’incubo degli operatori ecologici e un flagello per le spiagge, dove finiscono per accumularsi in grandi quantità. In Gran Bretagna il problema è particolarmente sentito e per questo è stata lanciata la campagna “Straw Wars”, ovvero guerra alle cannucce.
L’iniziativa è partita dal quartiere londinese di Soho, una delle aree più frequentate e piene di locali, e coinvolge prestigiosi ristoranti, bar e hotel che hanno deciso di coalizzarsi nel tentativo di ridurre l’utilizzo di questi articoli monouso. Sul sito della campagna è visibile una mappa di Londra e la localizzazione di chi ha aderito, tra cui Randall & Aubin, Soho House, the Gay Hussar, Hix, Quo Vadis, Tapas Brindisa Soho, Barrafina e Cafe Rosa’s.
La strategia è semplice: non distribuire più cannucce di plastica ai clienti, se non quando ne fanno espressamente richiesta. Solo nel Regno Unito, si legge sul sito, sono circa 3,5 milioni al giorno le bevande di McDonald’s vendute con cannuccia. Ciò significa 3,5 milioni di cannucce abbandonate, a cui si aggiungono quelle vendute da altri fast food. In teoria potrebbero essere riciclate come il resto della plastica, dicono gli organizzatori dell’iniziativa, ma questo succede raramente: chi consuma un pasto veloce, magari camminando per strada, non si preoccupa di dove gettare la cannuccia e inoltre manca una raccolta dedicata per ristoranti, pub e bar. Per non parlare del fatto che in alcuni fast food ci sono i distributori automatici di cannucce e i clienti ne prendono più del necessario.
Un mare di plastica
Non esistono dati certi su quanto le cannucce incidano sul totale dei rifiuti in plastica, probabilmente si tratta di una piccola percentuale ma le conseguenze sono comunque devastanti. Le cannucce viaggiano nelle fogne e finiscono nei fiumi e negli oceani con un grosso impatto sulla vita marina. La plastica infatti non è biodegradabile, dura all’infinito e si rompe in minuscoli pezzi che possono essere ingoiati dai pesci e finire nella catena alimentare. “La plastica è un enorme problema per il nostro ecosistema marino e costituisce oltre il 60 per cento dei rifiuti sulle spiagge del Regno Unito, in particolare i sacchetti. Le cannucce sono una piccola parte ma se ciascuno inizia a prendersi la responsabilità di smaltire correttamente i propri rifiuti è comunque un grosso aiuto”, ha dichiarato sul “The Guardian” Emma Snowden, della Marine Conservation Society.
La campagna italiana
Mentre a Londra cercano di prevenire a monte la produzione di rifiuti in plastica, In Italia fanno ben sperare gli ultimi dati del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio ed il recupero dei rifiuti di imballaggi in plastica (Corepla), che evidenziano una maggiore attenzione dei cittadini: nel 2011 la raccolta differenziata di bottiglie, flaconi e articoli monouso in plastica è cresciuta del 7% arrivando a 660 mila tonnellate mentre il riciclo effettivo è stato di oltre 390 mila tonnellate, cioè più 11%. Un buon risultato che però può ancora migliorare. Per questo il Corepla ha lanciato la campagna di sensibilizzazione “La plastica. Troppo preziosa per diventare un rifiuto” per mettere in evidenza i vantaggi, anche economici, del corretto smaltimento di questi prodotti.
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L'autore
Roberta Pizzolante
Giornalista pubblicista dal 2005 e scrive di scienza, ambiente, energia, diritti umani e questioni etiche e sociali. Salentina di nascita, romana d’adozione, è laureata in Sociologia e ha un master in “Le scienze della vita nel giornalismo e nei rapporti politico-istituzionali” conseguito alla Sapienza. Fa parte della redazione di Galileo e Sapere e collabora con Le Scienze, Mente & Cervello, Terre di Mezzo street Magazine.
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