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Sistri, ricorso al Tar: il racconto nelle parole del protagonista

Intervista esclusiva di Tekneco con il titolare di una delle softwarehouse che si sono rivolte al tribunale

Scritto da il 25 novembre 2011 alle 8:00 | 0 commenti

Sistri, ricorso al Tar: il racconto nelle parole del protagonista

Nessuna tangente dalla Selex, solo un accordo tecnico con il Ministero dell’Ambiente. Giovanni Paone titolare della Nica, una tra le software house che hanno fatto ricorso al Tar, per la prima volta spiega alla stampa i perché del ricorso al Tar ritirato. Basta chiacchiere.

D: Lei rappresenta una delle aziende che ha fatto ricorso al Tar contro il Sistri. Ricorso che poi è stato ritirato suscitando enorme disappunto. Ci spiega cosa è realmente successo?

R: Bisogna innanzitutto capire il contesto. Quando è uscito il primo Dm Sistri, leggendo l’allegato III (che pochi hanno letto purtroppo), ci siamo subito resi conto che il Sistri si sarebbe sostituito ai software gestionali, minando le nostre aziende con conseguente rischio di chiusura. Il Ministero non aveva alcuna intenzione di interfacciare il sistema ai programmi software, e le aziende cominciavano a inviare disdette dei contratti di assistenza. Diversamente da come si è detto noi abbiamo fatto ricorso al Tar per ingerenza nelle attività delle software house e non perché eravamo stati esclusi dalla gara e volevamo far noi il Sistri. Basta leggere gli atti ma nessuno lo fa. E’ chiaro che poi abbiamo utilizzato tutte le armi possibili per contrastare il Sistri, incluso il “segreto di stato” e l’affidamento dell’appalto senza gara. Successivamente, anche attraverso l’interlocuzione delle Associazioni di categoria, si è cominciato a parlare di interoperabilità con i gestionali mentre il Ministero dell’Ambiente dichiarava più volte che il Sistri non sarebbe mai stato un gestionale. Eravamo a Maggio/Giugno del 2010.

D: Come sono andati i primi colloqui con il Ministero dopo i test iniziali?

R: I primi test abbiamo potuto farli solo ad Agosto 2010, quando il Sistri ha visto la luce. Abbiamo avuto modo di appurare concretamente il sistema. Intanto l’apertura da parte del Mattm alle software house ci consentiva di partecipare ai tavoli tecnici, proporre modifiche e dare il nostro contributo cercando di salvare il salvabile. Non credo ci sia niente di male nel fare gli interessi delle aziende che rappresentiamo, tutelando soprattutto i nostri dipendenti. Nel mese di Novembre 2010 ci sono stati i primi contatti con il Mattm per trovare un accordo che garantisse a noi di continuare a svolgere il nostro lavoro, e al Mattm di non avere intralci nell’ introduzione del Sistri che, sulla carta, rappresentava uno strumento di modernizzazione della Pubblica Amministrazione.

D: Che tipo di accordi avete raggiunto con il Ministero dell’Ambiente?

R: L’accordo è arrivato attraverso la concessione, da parte del Mattm, di una serie di funzioni e strumenti in grado di farci operare con il Sistri. Si tratta di aspetti puramente tecnici e non certamente di accordi economici come tutti dicono anzi, abbiamo cercato di fare gli interessi incondizionati di tutti, anche di coloro che non avevano la possibilità di interfacciarsi con il Ministero. Chiedevamo libertà di impresa, pari condizioni per tutti gli operatori del settore e strumentazione tecnica adeguata per poter lavorare.

D: Dopo l’accordo avete ritirato il ricorso al Tar?

R: Sì, dopo l’accordo tecnico abbiamo ritirato il ricorso al Tar. Tra l’altro il Mattm emetteva Dm in continuazione e ogni volta bisognava impugnare i medesimi con enorme aggravio economico. Per ultimo abbiamo addirittura dovuto fare causa alla Selex che intanto era stata identificata come controparte. Non ne saremmo usciti più, buttato giù un Dm, il Mattm ne avrebbe potuto fare un altro, inoltre avremmo dovuto confrontarci con il Consiglio di Stato che poteva ribaltare un  nostro eventuale successo al Tar. Queste sono le motivazioni a differenza di quello che si dice e si pensa.

D: Perché ha chiesto di essere ascoltato dalla Commissione Ecomafie pochi giorni fa?

R: Per chiarire la posizione delle software house. Molti operatori del settore speravano nel nostro ricorso al Tar ma è necessario capire che noi avevamo intrapreso questa azione legale principalmente per tutelare i nostri interessi. In fondo siamo stati gli unici a darsi da fare, contro il sistri. Per non parlare delle associazioni di categoria che, invece di rappresentare le imprese della filiera, hanno sostenuto il sistema e solo ora cominciano a minacciare azioni legali. Credo sia un po’ troppo tardi.  Aggiungo inoltre che si è tanto parlato di noi, degli accordi con la Selex, del nostro ritiro del ricorso ma nessuno, dico nessuno, si è mai scomodato ad alzare il telefono e domandare ai diretti interessati cosa fosse successo. Lei è la prima.

D: Quindi mi faccia capire, voi avete lottato per ottenere l’interoperabilità che però mi sembra non sia alternativa al Sistri e questo vi garantisce una continuità di lavoro?

R: Sì, l’interoperabilità è lo strumento che consente ai software gestionali di dialogare con Sistri offrendo ai clienti una interfaccia diversa da quella presente sul portale, chiaramente facilitando l’utilizzo di uno strumento davvero complicato, ma soprattutto consente di archiviare i dati ai fini gestionali interni come la fatturazione, la gestione del magazzino, la contabilità, e così via. Non è sostitutivo ma integrativo. Chi gestisce solo i rifiuti potrebbe, in teoria, utilizzare anche solo il portale sistri con le limitazioni che noi tutti conosciamo. In ogni caso il Sistri non può e non deve essere un gestionale, lo Stato deve controllare e non gestire. E’ una regola, quella della liberta di impresa, sancita dalla nostra Costituzione.

D: Attualmente si parla di semplificazioni ma quando saranno presentate proposte in tal senso e cosa stanno facendo le Associazioni come Assosoftware e Assintel?

R: Qui siamo davvero al paradosso, Assosoftware ed Assintel, le due associazioni di cui faccio parte, hanno sottoposto al Mattm due versioni di Sistri semplificato la prima addirittura a Giugno 2010, un documento di 48 pagine che è disponibile e visionabile. Successivamente una versione semplicissima di Sistri con il solo inoltro delle informazioni con cadenza periodica. Senza poi contare che esiste un progetto di revisione, circolato anche su internet e  al quale ho partecipato personalmente assieme ad alcune imprese di trasporto, che è stato consegnato nel mese di Giugno 2011 al Ministero. Le proposte ci sono, se si vuole un sistri funzionante si può fare.

D: Secondo la sua visione da tecnico perché Sistri non decolla?

R: Il Sistri è un sistema composto da una componente Normativa, una tecnologia e una operativa. Le difficoltà tecnologiche prima o poi si possono risolvere, le black box e i dispositivi Usb potranno funzionare soprattutto se sostituiti da prodotti innovativi e liberamente reperibili sul mercato. Da anni esistono dispositivi Gps e di firma digitale. Anche il software, con i dovuti accorgimenti, si mette a punto. Il vero problema è Normativo. Le regole tecniche, indicate nei Dm, sono molto lontane dalla effettiva operatività delle imprese. Il quadro normativo non tiene conto di come si gestiscono i rifiuti, c’è la totale mancanza di conoscenza del mondo rifiuti. Si è cercato di imporre un sistema talmente complesso che richiede la partecipazione di tutta una serie di soggetti che non sono in grado di garantire la chiusura della filiera. Già a partire dalle iscrizioni, il sistema ha scatenato le ire di tutti gli operatori. Per farlo funzionare bisogna modificare la normativa, rendendola conforme alle esigenze del Ministero, che deve effettuare i controlli, ma anche a quelle degli operatori del settore. Il Sistri va riscritto totalmente partendo dalla Normativa di riferimento Europea che chiede cose semplici evitando i sistemi complessi che non servono a nessuno, tantomeno a contrastare le ecomafie. I controlli sono tutt’altra cosa. Ad esempio il noto “giro bolla” o il traffico dei rifiuti con mezzi non iscritti, si combatte solo con controlli su strada. Il Sistri al massimo potrà servire ad avere informazioni decenti in tempi rapidi e, volendo davvero, a informatizzare un settore che ne ha bisogno.

D: Cosa pensa che accadrà con il nuovo Governo?

R: Spero che il nuovo ministro prenda atto delle enormi difficoltà che il Sistri ha procurato alle imprese e che, da tecnico puro, possa veramente attuare un processo di semplificazione. Farebbe solo il bene del Paese. Intanto però il 9 Febbraio, data annunciata di avvio del Sistri, si avvicina.


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L'autore

Anna Simone

Anna Simone è una Sociologa Ambientale e si occupa di tematiche ambientali dal punto di vista sociale e culturale, contestualizzando quello che succede al posto in cui è successo per comprenderlo, analizzarlo e spiegarlo. È autrice del blog Ecospiragli.


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