Mobilità sostenibile
Ricarica a induzione: quando l’energia viaggia nell’aria
Le stazioni di ricarica a induzione, cioè senza collegamenti tra colonnina e veicolo, potrebbero essere la prossima frontiera della mobilità elettrica
Uno dei problemi per la diffusione dei veicoli elettrici in Italia è l’ancora limitata rete di infrastrutture per la ricarica. Grazie a fondi privati e a progetti europei, il numero di colonnine e pensiline attrezzate per il collegamento e la ricarica di auto e motoveicoli elettrici è comunque negli ultimi mesi in continua crescita, ma c’è già chi guarda oltre.
La prossima frontiera in questo campo sembra infatti essere la ricarica wireless, e cioè senza che alcun cavo colleghi il veicolo alla stazione di rifornimento. Il trasferimento dell’energia alle batterie avviene grazie al fenomeno dell’induzione, che non è certo una scoperta recente: risale infatti al 1831, ad opera del fisico inglese Michael Faraday. Si tratta di un processo che sfrutta i campi elettromagnetici per trasferire energia tra due apparecchi elettrici; il suo funzionamento è possibile se i due dispositivi, il ricevente e il mittente, sono vicini tra loro anche se non necessariamente a contatto.
Già da anni questa tecnologia è utilizzata in diversi campi, ad esempio per i piani di cottura e per la ricarica degli spazzolini elettrici. Di recente anche l’industria della telefonia mobile sta lanciando i primi smartphone che si ricaricano anche se semplicemente appoggiati sul piano di un caricabatterie a induzione.
Nel settore della mobilità elettrica sono diverse le ricerche nel campo della ricarica a induzione, e in alcuni casi si è già passati alla fase sperimentale o anche operativa. Un esempio è l’Olev (On-line electric vehicle), un bus elettrico in funzione al Seoul Grand Park di Gwacheon City, in Corea, che circola all’interno del parco ricaricandosi strada facendo, grazie a delle strisce sotterranee che erogano energia.
I prototipi messi in campo dall’industria automobilistica sono strutturati con stazioni di ricarica statiche, dei parcheggi dedicati in cui il “trasmettitore” di energia si attiva in presenza del veicolo, predisposto con un “ricevitore” posto sotto il pianale. I vantaggi della ricarica a induzione sono in primo luogo la comodità e la sicurezza, mancando un contatto diretto con la fonte energetica.
Tra i maggiori problemi vanno segnalati un tempo di ricarica più lungo e, soprattutto, una dispersione (dichiarata) di circa il 10%. Può sembrare poca cosa, ma se il sistema dovesse entrare in funzione su vasta scala questa perdita di energia potrebbe raggiungere cifre considerevoli.
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L'autore
Stefania Marra
Stefania Marra, giornalista professionista dal 1994, è stata per circa dieci anni caporedattrice della rivista Modus vivendi. Dal 2005 gestisce il modulo pratico di giornalismo al Master di comunicazione ambientale (CTS/Facoltà di Scienze delle comunicazioni Università La Sapienza). Scrive soprattutto di storia sociale dell'alimentazione e di ambiente, settore per il quale ha ricevuto diversi premi giornalistici.
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