Clima
Renne in pericolo
I mutamenti climatici stanno mettendo a rischio l'allevamento delle renne nel Nord Europa
Si potrebbe dire che i satelliti aiutano Babbo Natale, ma la situazione è più complessa. I satelliti della serie Copernicus, il programma d’osservazione del nostro Pianeta realizzato dall’Esa, l’Agenzia Spaziale Europea, e voluto dalla Commissione europea per monitorare l’ambiente, il territorio e metterli in sicurezza stanno fornendo informazioni ai pastori di renne del Nord Europa una serie d’informazioni circa le condizioni locali del manto nevoso.
L’allevamento allo stato brado delle renne è una pratica delle popolazioni del Nord della Scandinavia e della Russia vecchia di secoli. I pastori nella pratica migrano con le renne ogni anno per centinaia di chilometri, tra i pascoli estivi e quelli invernali, per trovare le migliori fonti di foraggio in ogni stagione e quindi il fatto di possedere delle «informazioni dettagliate sulle condizioni della neve è di fondamentale importanza per loro, in quanto la quantità di neve determina se le renne sono in grado di accedere ai pascoli che si trovano sotto di essa», spiegano l’Esa, illustrando il progetto.
E a mettere in condizioni critiche l’allevamento delle renne ci sono ora i cambiamenti climatici. «Eventi di pioggia su neve, che ora hanno più probabilità di verificarsi a causa dei mutamenti climatici, possono essere particolarmente critici – sottolineano i ricercatori dell’Agenzia spaziale – se un evento è seguito da un periodo di freddo, spesso fino a meno quaranta gradi a queste latitudini, si può sviluppare uno scudo di ghiaccio molto spesso che è praticamente impenetrabile per le renne.
Durante l’inverno scorso ciò ha portato le renne alla fame e alla morte. Informazioni sui fattori di scioglimento della neve, poi, semplificano le decisioni dei pastori sulla qualitá dei pascoli e per le potenziali rotte di migrazione, e permettono di individuare le zone in cui l’innevamento è giá scomparso» affermano dall’Esa. I cambiamenti climatici, quindi sono un altro pericolo per una economia basata sulla pastorizia che per secoli in Europa e Asia hanno garantito il sostentamento dei popoli tribali a ridosso del Circolo Polare Artico, zona nella quale l’industria petrolifera sta distruggendo rapidamente i licheni che sono alla base del sostentamento delle renne, in ampi territori. Le renne, inoltre, sono animali molto particolari. Il loro latte ha un contenuto di grasso del 22%, sei volte quello delle mucche. Sono in grado di abbassare la temperatura corporea delle zampe per concentrare il calore verso il corpo e sono oggetto di studi poichè le loro corna, il cui ricambio totale avviene in soli dodici mesi, sono i tessuti, non cancerogeni, che si rigenerano più velocemente.
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L'autore
Sergio Ferraris
Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.
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