impatto ambientale
Panama, l’autostrada per gli alieni
Quasi finiti i lavori di ampliamento del canale di Panama, ma un nuovo studio lancia l’allarme: l’aumento del traffico mette a rischio la biodiversità mondiale
È ormai a un passo dall’ultimazione l’opera di ampliamento del canale di Panama: con l’installazione, a gennaio, della prima delle otto nuove chiuse sul fronte dell’oceano Pacifico, manca solo il 15 per cento dei lavori al completamento che dovrebbe avvenire a metà del 2015. Il progetto era stato varato nel 2007, dopo l’approvazione con il 76,8 per cento dei voti in un referendum popolare. La realizzazione della terza serie di chiuse permetterà il passaggio di navi lunghe fino a 366 metri, per una larghezza di 49 metri.
Un nuovo allarme giunge però sul fronte dell’impatto ambientale. Uno studio condotto da Jim Muirhead dello Smithsonian Environmental Research Center del Maryland e pubblicato sulla rivista Diversity and Distributions solleva il problema delle cosiddette specie aliene, normalmente trasportate dalle navi da carico: organismi che, aggrappati alle parti sommerse degli scafi o trasportati accidentalmente nelle acque di sentina, approdano in ecosistemi diversi da quelli di provenienza; se è vero che in parte non sopravvivono, è anche scientificamente provato che possono attecchire nel nuovo habitat e sopraffare le specie locali, come si è già verificato in molte parti del mondo. Oltre agli altri impatti ambientali locali da più parte paventati già prima dell’inizio dei lavori, questo del trasferimento di specie aliene pone un grave problema relativo ai rischi per la biodiversità a livello globale. “Questo studio rappresenta una fondamentalmente bandiera di avvertimento, sottolineando i punti caldi in cui è probabile che si verifichi l’aumento del traffico marittimo”, ha dichiarato Jim Muirhead.
Scopo dichiarato dell’ampliamento dello storico canale è l’aumento del traffico navale, ma insieme alle merci – secondo questo studio – verrà spostata una quantità decisamente maggiore di specie aliene: secondo le previsioni, nei primi cinque anni dall’ampliamento i porti del golfo e della costa orientale conteranno il triplo degli attuali attracchi, e di conseguenza aumenteranno tra il 78 e il 99 per cento gli scarichi di acqua di zavorra. “Con l’apertura o l’espansione dei corridoi come il Canale di Panama stiamo accelerando notevolmente l’omogeneizzazione della flora e della fauna di tutto il mondo”, ha dichiarato il co-autore della ricerca Mark Minton.
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L'autore
Stefania Marra
Stefania Marra, giornalista professionista dal 1994, è stata per circa dieci anni caporedattrice della rivista Modus vivendi. Dal 2005 gestisce il modulo pratico di giornalismo al Master di comunicazione ambientale (CTS/Facoltà di Scienze delle comunicazioni Università La Sapienza). Scrive soprattutto di storia sociale dell'alimentazione e di ambiente, settore per il quale ha ricevuto diversi premi giornalistici.
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Gabriel
scrive il 13 marzo 2015 alle ore 19:03
A parte questo, Panama è un bellissimo posto dove vivere e dove fare business, il canale ampliato darà infinite prospettive economiche che neanche possono immaginarsi.Sicuramente il futuro con il canale ampliato sarà roseo per la nazione.
Gabriel
scrive il 13 marzo 2015 alle ore 19:04
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