Ecologia e norme
L’Italia con l’Ue per ridurre il buco nell’ozono
Primo ok dal Consiglio dei Ministri al decreto che intende ridurre le emissioni di ozono e che stabilisce norme di controllo sulle sostanze nocive
Photo: Makelessnoise
È un passo avanti determinante quello fatto dall’Italia per la riduzione dei gas responsabili della riduzione dello strato di ozono. Il Consiglio dei ministri ha dato l’ok preliminare al decreto legislativo che disciplina le sanzioni per la violazione delle norme europee sulle sostanze che riducono lo strato di ozono.
Come spiegato dallo stesso Cdm, «La normativa europea ha l’obiettivo di contribuire alla riduzione delle emissioni di ozono inquinante prevista dal Protocollo di Montreal e stabilisce le norme in materia di produzione, importazione, esportazione, immissione sul mercato, uso, recupero, riciclo rigenerazione e distruzione delle sostanze che riducono lo stato di ozono».
Ora la parola passa alle Commissioni parlamentari competenti per l’espressione del parere. Intanto però è un altro segnale positivo di attenzione dell’Italia verso questi temi, come testimonia anche la riduzione delle emissioni di gas serra a -7%. È quanto emerge dal “Dossier Kyoto 2013” in cui si evidenzia inoltre che l’Italia ha più che centrato il target nazionale di riduzione delle emissioni di gas serra fissato dal Protocollo di Kyoto nel 6,5% rispetto al valore 1990 come media del periodo 2008-2012, arrivando ad una riduzione del 7%.
In generale, come scritto anche nel testo del Regolamento Ue appena recepito (Regolamento CE 1005/2009) i gas che riducono lo strato sono presenti in minore concentrazione nell’atmosfera e sono stati osservati i primi segni che l’ozono stratosferico stia iniziando a ripristinarsi.
«Si prevede, tuttavia, che il ripristino dello strato di ozono alle concentrazioni esistenti prima del 1980 non potrà avvenire prima della metà del XXI secolo. L’aumento di radiazioni UV-B provocato dalla riduzione dello strato di ozono continua pertanto a costituire una grave minaccia per la salute umana e per l’ambiente».
Il pericolo provocato da queste sostanze è che molte di esse presentano un elevato potenziale di riscaldamento globale, contribuendo all’aumento della temperatura del pianeta.
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L'autore
Andrea Ballocchi
Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.
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