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Ogm, l’Europa tira il freno
L’annuale rapporto Isaaa mostra che nel 2014 sono aumentate, per il 19° anno consecutivo, le superfici coltivate a Omg nel mondo, ma non in Europa (-3%)
Mentre a livello mondiale i terreni seminati con organismi geneticamente modificati continuano ad aumentare anche nel 2014– il trend positivo continua da 19 anni –, l’Europa va in controtendenza: nell’Ue, infatti, si registra un calo del tre per cento a conferma della crescente diffidenza dei consumatori, di recente finalmente recepita anche a livello normativo.
Il rapporto annuale dell’International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications (Isaaa) mostra che la superficie Ogm in Europa nel 2014 si è ridotta a 143.016 ettari di mais Bt coltivati in soli cinque Paesi sui 28 che fanno parte dell’Unione. Ben il 92 per cento di mais biotech europeo è coltivato in Spagna, dove sono stati seminati 131.538 ettari mentre le superfici coltivate sono residuali in Portogallo, Romania, Slovacchia e Repubblica Ceca.
Complessivamente sono stati 28 i Paesi che nel mondo hanno coltivato biotech nel 2014, per un totale di 181 milioni di ettari concentrati soprattutto negli Stati Uniti (73,1 milioni di ettari), in Brasile (42,2 milioni), Argentina (24,3 milioni), India (11,6 milioni) e Canada (11,6 milioni), ma anche in Cina (3,6 milioni) e nei Paesi di via di sviluppo sotto il pressing delle multinazionali.
Secondo la Coldiretti, i dati relativi all’Europa confermano la positiva decisione di mantenere l’Italia libera da Ogm sancita dalla recente firma da parte della ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, del ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina, e di quello dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, del decreto sul divieto di coltivazione di mais Ogm MON810 con la proroga, per un periodo di ulteriori 18 mesi dalla sua entrata in vigore, del divieto già emanato con il precedente decreto interministeriale del 12 luglio 2013.
Il tutto in attesa del via libera finale alla direttiva europea che consentirà ai Paesi membri dell’Ue di limitare o proibire la coltivazione di organismi geneticamente modificati sul territorio nazionale, anche se questi sono autorizzati a livello europeo.
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L'autore
Stefania Marra
Stefania Marra, giornalista professionista dal 1994, è stata per circa dieci anni caporedattrice della rivista Modus vivendi. Dal 2005 gestisce il modulo pratico di giornalismo al Master di comunicazione ambientale (CTS/Facoltà di Scienze delle comunicazioni Università La Sapienza). Scrive soprattutto di storia sociale dell'alimentazione e di ambiente, settore per il quale ha ricevuto diversi premi giornalistici.
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