climate change
Non c’è più la mezza stagione, e l’agricoltura soffre
Gli effetti dei cambiamenti climatici non si manifestano soltanto con tempeste e inondazioni: l’agricoltura è e sarà uno dei settori più duramente colpiti
Nel nostro Paese sono sempre più visibili gli effetti dei cambiamenti climatici. Alcuni possono anche essere piacevoli, come fare il bagno in Sicilia anche a novembre, altri sono sicuramente devastanti: le immagini della Liguria tartassata dal maltempo è solo l’esempio più eclatante.
Sono altrettanto gravi, anche se per ora si notano meno, le ripercussioni sull’agricoltura. Non è più solo la mezza stagione ad essere scomparsa ma l’intero ciclo stagionale, alterando così la capacità delle piante di portare avanti regolarmente il naturale ciclo vegetativo, messo a dura prova anche da picchi climatici inusuali, dal caldo eccessivo alle piogge intense. Si calcola che solo quest’anno i danni provocati dai cambiamenti climatici all’agricoltura ammontano a circa lo 0,5 per cento del Pil. Il 2014 è un anno nero per la produzione di miele, olio (con un calo della produzione del 40 per cento rispetto allo scorso anno) e castagne (circa la metà della produzione), ma anche per l’uva e il vino (-15 per cento come media nazionale, e fino a -30 per cento al Sud). Si tratta di un crollo senza precedenti.
Responsabili diretti dei danni alle olive e all’uva sono due parassiti, rispettivamente la mosca olearia e il cinipide, che grazie agli sconvolgimenti del clima hanno trovato quest’anno un habitat molto favorevole. «Per le olive i mesi di giugno e luglio, quando il fiore si va trasformando in frutto, sono stati troppo freddi rispetto alla media del periodo, mentre da settembre a novembre c’è stato un caldo che ha dato il colpo di grazia alle olive che erano sopravvissute – spiega in un articolo per Altraeconomia Tonino Perna, docente di Sociologia economica alla Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Messina -. Ugualmente per le castagne, le ondate di caldo anomalo che hanno colpito il Centro-Sud d’Italia in questo strano autunno hanno permesso all’insetto di moltiplicarsi ed aggredire le castagne man mano che maturavano».
Già nel 2008 un opuscolo prodotto dalla Commissione europea (Agricoltura Ue – Affrontare la sfida del cambiamento climatico) dava un ampio quadro della situazione, affrontando il tema da un doppio punto di vista: mentre da un lato l’agricoltura è particolarmente a rischio, essendo per sua natura dipendente dalle condizioni climatiche, dall’altro è anche una fonte essa stessa di gas serra, per quanto in misura minore rispetto ad altri settori. “Molte conseguenze del cambiamento climatico sull’agricoltura derivano dall’acqua. La mancanza d’acqua avrà un più grave impatto sulla produzione agricola e sul paesaggio europeo. Molte aree, specialmente nei paesi nel sud dell’Ue, hanno praticato l’irrigazione per centinaia di anni come parte della propria tradizione agricola – si legge nel documento -, esse dovranno rivedere le proprie tecniche d’irrigazione. L’agricoltura deve anche migliorare la propria efficienza nell’uso dell’acqua e ridurne le perdite”.
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L'autore
Stefania Marra
Stefania Marra, giornalista professionista dal 1994, è stata per circa dieci anni caporedattrice della rivista Modus vivendi. Dal 2005 gestisce il modulo pratico di giornalismo al Master di comunicazione ambientale (CTS/Facoltà di Scienze delle comunicazioni Università La Sapienza). Scrive soprattutto di storia sociale dell'alimentazione e di ambiente, settore per il quale ha ricevuto diversi premi giornalistici.
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