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Meno auto, aria più pulita: la ricetta di Grenoble

Meno auto, aria più pulita: è la ricetta di Grenoble

Partito in Francia un esperimento di mobilità interconnessa che durerà tre anni. A disposizione dei cittadini 70 minicar elettriche e 27 stazioni di ricarica

Scritto da il 15 ottobre 2014 alle 8:30 | 0 commenti

Meno auto, aria più pulita: è la ricetta di Grenoble

A pochi passi dai nostri confini, in quella regione ai piedi delle Alpi che nel medioevo era il Delfinato, è partita il 6 ottobre un’importante sperimentazione ecologica. La città di Grenoble, capoluogo dell’Isère, ha infatti lanciato il servizio “Cité Lib by Ha:mo”. I cittadini avranno a disposizione 30 vetture elettriche per i loro brevi spostamenti in città, ma non si tratta di un vero e proprio car sharing. Il progetto, di durata triennale, punta a sviluppare la mobilità intermodale: in sostanza, si tratta di mettere in rete tutti i mezzi del trasporto urbano, fino al cosiddetto ultimo miglio, cioè il tragitto finale che porta il cittadino a raggiungere la sua destinazione finale. Il trasporto pubblico, per definizione, non può infatti servire la città in modo capillare: è a questo punto che devono intervenire dei veicoli – di dimensioni ridotte – per consentire all’utente di avvicinarsi il più possibile al suo obiettivo. In tal modo si punta a ridurre in modo drastico il ricorso alle auto private, con benefici diretti sul traffico e sulle emissioni inquinanti. Treni, metropolitane, tram, autobus, car pooling, bike e car sharing: grazie ad apposite applicazioni, l’utente può pianificare il suo tragitto ed eventualmente prenotare il veicolo di cui ha bisogno.

Cité Lib by Ha:mo abbina al trasporto pubblico di Grenoble 70 veicoli elettrici ultracompatti della Toyota, partner del progetto insieme a l’Area metropolitana di Grenoble, l’azienda di produzione e fornitura elettrica francese Edf e la sussidiaria Sodetrel, e Cité Lib, azienda locale di car sharing. Due i modelli disponibili: i Coms sono piccoli veicoli a quattro ruote, portano un unico passeggero e hanno un piccolo bagagliaio; gli i-Road sono invece tricicli ultracompatti a due posti. In questi ultimi la particolarità della ruota unica posteriore, che modifica il modo di impostare le curve, rende necessaria un breve pratica di guida prima di avere l’abilitazione alla conduzione.
Durante i tre anni della sperimentazione, che al momento è attiva solo a Grenoble e a Tokyo, verranno raccolti dati per verificare il funzionamento del servizio e migliararlo, per poterlo poi riprodurre su vasta scala. “Presto non saremo più semplici costruttori d’auto, ma creeremo comunità di mobilità intelligente”, ha dichiarato il presidente della Toyota Takeshi Uchiyamada.
Il servizio funziona in modo molto semplice. Dopo la registrazione, l’utente riceve una tessera personale con cui – come per il car sharing Car2Go, attivo anche in Italia a Roma e Milano – apre la macchina dando inizio al noleggio. Un’apposita app consente di individuare il veicolo più vicino e prenotarlo, e mostra su una mappa le stazioni di ricarica, dove il mezzo andrà lasciato e allacciato all’apposita colonnina di ricarica. I costi, che partono da 3 euro per il primo quarto d’ora, decrescono progressivamente; gli utenti con abbonamenti annuali ai mezzi pubblici godono di tariffe agevolate.

 


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L'autore

Stefania Marra

Stefania Marra, giornalista professionista dal 1994, è stata per circa dieci anni caporedattrice della rivista Modus vivendi. Dal 2005 gestisce il modulo pratico di giornalismo al Master di comunicazione ambientale (CTS/Facoltà di Scienze delle comunicazioni Università La Sapienza). Scrive soprattutto di storia sociale dell'alimentazione e di ambiente, settore per il quale ha ricevuto diversi premi giornalistici.


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