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Le imprese che amano la bici si uniscono in un club | Tekneco

L'intervista a Michele Mutterle

Le imprese che amano la bici si uniscono in un club

È prossimo al via Ciab, Club imprese amiche della bicicletta. Un’iniziativa Fiab di cui ne parliamo col responsabile, Michele Mutterle

Scritto da il 04 settembre 2014 alle 10:00 | 0 commenti

Le imprese che amano la bici si uniscono in un club

Photo: Wikipedia


La bicicletta piace agli italiani, ma ancora si tende a considerarla un mezzo per il tempo libero e non un veicolo da utilizzare per andare al lavoro. Certo, un impulso importante potrebbero darlo le aziende, proponendo formule interessanti e premianti ai propri dipendenti che decidono di lasciare l’auto in garage e di saltare in sella.
Segnali di un’inversione di tendenza sembrano comunque esserci, specie nei centri urbani, per lo più al centro-nord Italia. C’è chi, come Fiab, la Federazione italiana amici della bicicletta, promuove e stimola iniziative per dare nuovo impulso a questa tendenza. Ne è una conferma la futura nascita di Ciab (Club imprese amiche della bicicletta). L’idea, illustrata lo scorso anno in occasione di Expobici, ha raccolto concreto interesse e oggi può trasformarsi in una realtà.
Ne abbiamo parlato con Michele Mutterle, responsabile Fiab per questa iniziativa

Dal lancio dell’idea a oggi avete avuto significative attestazioni di interesse? Quando avverrà il varo di Ciab?
«Dal lancio dell’anno scorso a oggi abbiamo avuto numerose attestazioni di interesse. Pensiamo al varo ufficiale a fine anno e cominceremo a parlarne a Expobici, manifestazione di riferimento (Padova, 20-22 settembre) e siamo convinti che le aziende interessate non sono e saranno solo quelle legate al mondo della bici».

Da quali presupposti nasce Ciab?
«L’idea nasce dalla volontà di raggruppare imprese che hanno compreso come lo spostarsi in bici dei propri dipendenti sia un valore aggiunto perché ciò si traduce nella possibilità di non dover realizzare meno parcheggi, perché ciò contribuisce alla salute e al buonumore del dipendente, solo per fare qualche esempio. Ci sono già aziende che fanno progetti in questo senso per promuovere chi si muove in bici, ma non riescono a dare visibilità al di fuori del contesto aziendale, e penso anche agli esercizi commerciali. Da qui nasce la Ciab, che vuole rendere pubblico l’elenco delle realtà produttive e commerciali che portano avanti l’utilizzo virtuoso della bicicletta. Sempre più la bici è un mezzo impiegato per gli spostamenti quotidiani, specie al nord Italia e nel contesto urbano. Ci sono esempi come Padova, Reggio Emilia, Vicenza, Mestre dove abbiamo calcolato che i passaggi in bici nel traffico raggiungano il 30% del totale dei mezzi, con punte del 40% in città come Ferrara».

Quali saranno i vantaggi per chi deciderà di iscriversi al club?
«Sarà importante il concetto di fare rete tra aziende, Fiab potrà fare formazione specifica, sarà anche occasione per fare team building ma anche per promozioni particolari». Come illustrato da Fiab, il Club comunicherà ai propri soci e contatti tramite la newsletter, comunicati stampa e il proprio sito istituzionale l’istituzione del club e l’adesione di nuove aziende con le azioni compiute da esse, con l’ottica di diffondere buone pratiche riproducibili da altre aziende, nazionali ed estere. Ciab si impegna a organizzare ogni anno all’interno di un momento fieristico o convegnistico, almeno un evento per la promozione e la visibilità del club. Periodicamente verranno premiate da Fiab una o più aziende aderenti al club particolarmente meritevoli o che abbiano svolto attività innovative e di successo nel campo della mobilità non motorizzata.

Negli anni l’interesse aziendale per la mobilità sostenibile è aumentato?
«Secondo me sì e ciò è dovuto anche al fatto che i costi dell’auto stiano diventando sempre più insostenibili, come pure i costi per le aziende di creare parcheggi. Anche l’immagine del ciclista come persona sana e che vive un certo rapporto con l’ambiente contribuisce a questa tendenza in atto. A questo si aggiunge anche la risposta positiva da parte dell’opinione pubblica alla realizzazione di piste ciclabili. Ovunque si creano le condizioni, i cittadini decidono di muoversi in bici.»


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L'autore

Andrea Ballocchi

Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.


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