Ricerca e sviluppo ecologia
La centralina che monitora la qualità dell’aria
Si chiama aGrisù e invia alert in caso di anomalie. La startup è incubata presso 2i3T, l’Incubatore d’Impresa dell’Università degli Studi di Torino
L’inquinamento ambientale è uno dei problemi che più affligge il nostro pianeta. In ogni settore del mercato si introducono tecnologie green per ridurre l’impatto sull’ambiente, ma la vera differenza la fanno le piccole azioni quotidiane, come spegnere gli apparecchi elettronici invece che lasciarli in stand-by, usare lampadine ed elettrodomestici a basso consumo, bere acqua del rubinetto invece che in bottiglia, stendere il bucato al posto di usare l’asciugatrice, preferire i mezzi pubblici o il car sharing. Accortezze che, a causa di abitudini sbagliate, spesso passano di mente. Ma se le persone potessero conoscere in tempo reale la qualità dell’ambiente in cui si trovano, non sarebbero più portate a prestare attenzione ai loro comportamenti?
È da qui che è partito l’ambizioso progetto di un gruppo di ricercatori dell’Università di Torino che ha fondato aGrisù, una startup ora incubata presso 2i3T, l’Incubatore d’Impresa dell’Università degli Studi di Torino. Grazie all’algoritmo che relaziona la frequenza cardiaca e gli atti ventilatori con alcuni parametri morfometrici, da loro brevettato a livello mondiale, hanno realizzato un’unità di monitoraggio modulare completamente gestibile da remoto in grado di rilevare la presenza di 12 inquinanti specifici, relazionarli con la presenza umana ed inviare tali dati via wireless, fornendo quindi allarmi in caso di sovraesposizione. Di ridotte dimensioni (21 l x 21 p x 6 h cm) e dotata di una sensoristica tra le più avanzate, accurate, affidabili e sensibili reperibili sul mercato, Lacentralina è disponibile in versione indoor e outdoor ed entrambe monitorano anche dati ambientali quali: attività sismica, illuminazione ambientale, rumore ambientale, temperatura, umidità, pressione atmosferica e altitudine e sono equipaggiate con led, speaker, lettore RIFD e sensore di manomissione o spostamento. La versione outdoor include inoltre un sensore per monitorare le radiazioni UV. Le unità di monitoraggio possono essere impostate in modo da emettere alert sonori al raggiungimento di soglie critiche, connettersi ad una rete internet per inviare dati e alert via Twitter, o su piattaforma web proprietaria.
La grande novità di aGrisù è che l’informazione fornita non è più basata solo sulla presenza di inquinanti, ma sulla quantità assorbita attraverso la respirazione. Questo dato è di grande importanza, perché le soglie limite per ogni inquinante stabilite dagli enti pubblici fanno riferimento a un soggetto a riposo senza tenere in considerazione che una persona in attività ha una ventilazione maggiore, di conseguenza la quantità di inquinanti assorbita è più alta rispetto a quella di un individuo a riposo. “Venire a conoscenza di queste informazioni significa scegliere il posto migliore per praticare attività fisica, ma anche prendere quegli accorgimenti che facciano sì che i nostri comportamenti diminuiscano la quantità di inquinanti nell’aria migliorando l’ambiente stesso” spiega Marco Ivaldi, CEO di aGrisù.
Lacentralina ha già trovato diverse applicazioni, tra le quali presso il laboratorio di anatomia patologica Città della Salute di Torino in cui monitora le sostanze aerodisperse nei laboratori e la collaborazione con AKTIVHAUS per il progetto biosPHera 2.0, il modulo abitativo itinerante «Zero Energy» composto da un’abitazione energeticamente autonoma di 25mq costruita mettendo al centro l’uomo e i suoi parametri vitali, per studiare le reazioni dell’organismo al variare delle condizioni climatiche esterne. Il modulo abitativo, che dopo Milano si troverà a Riccione fino al 30 Agosto, è dotato di una versione indoor della centralina e di una versione outdoor, per monitorare le differenze tra la qualità dell’ambiente esterno e interno.
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