Un fondo per scommettere sulle start up verdi

Le tecnologie pulite possono rappresentare un importante motore di sviluppo economico per l’Europa. Tuttavia, ciò che spesso manca alle imprese, in particolare a quelle italiane, è qualcuno disposto a scommettere sulla loro crescita e a rifornirle di capitali adeguati. Un problema sentito sopratutto a livello europeo dove la massiccia diminuzione degli investimenti in energia pulita verificatisi negli ultimi anni rischia di compromettere la leadership del continente nei finanziamenti alle energie verdi.

Secondo un recente rapporto di Bloomberg New Energy Finance, nel 2007 il 42% degli investimenti in energia pulita nel mondo veniva dall’Europa, ora ferma al 25%. Nello stesso periodo, Asia e Oceania hanno quasi raddoppiato gli investimenti totali.

Per accelerare lo sviluppo e la commercializzazione di tecnologie pulite in Europa e in Italia GE e Carbon Trust hanno lanciato un fondo di venture capital da 5 milioni di dollari. Un vero e proprio incubatore per imprese e progetti nel campo delle tecnologie a bassa emissione.

Tekneco ne ha parlato con Sandro De Poli, Presidente e A.D di General Electric Italia.  

Esiste già una domanda per questo tipo di finanziamenti? Anche in Italia?

Sebbene l’Europa e l’Italia siano in una buona posizione per quanto riguarda l’innovazione nel settore delle tecnologie pulite, negli ultimi tempi si è assistito a una diminuzione delle start up nel settore. Le richieste di finanziamenti per sviluppare nuovi progetti ci sono ma spesso vengono frustrate dalla difficile situazione dell’accesso al credito. Per questo motivo, oggi più che mai, è importante supportare le società in fase iniziale, per aiutarle a crescere e portare maggiore innovazione sul mercato.

Quali opportunità di finanziamento offrite in concreto alle imprese?

L’intento immediato è quello di utilizzare i 5 milioni di dollari a disposizione per accelerare la fase di commercializzazione delle migliori start-up. Vogliamo far emergere quelle realtà che rischiano di restare sommerse perché in Italia manca quel contesto imprenditoriale che rende diretto il passaggio dall’idea alla sua realizzazione industriale. Gli investimenti includono anche i servizi di avviamento. La grandezza dell’investimento dipenderà invece dalla società e dalle sue reali necessità.

Su quali settori dell’energia pulita siete più orientati a investire?

In particolare per l’Italia, penso alla grande tradizione che abbiamo nel campo della robotica e della domotica. Più in generale i settori sono quelli legati alle tecnologie che aumentano l’efficienza o l’utilizzo delle risorse naturali lungo il loro intero ciclo di vita, con particolare riferimento alla produzione e distribuzione di energia e all’efficienza energetica nelle infrastrutture. Per fare alcuni esempi posso citare le reti elettriche intelligenti, i sistemi di illuminazione, la climatizzazione degli edifici.

Quali caratteristiche deve avere un’azienda italiana per essere finanziata dal nuovo fondo?

Sceglieremo le start-up più promettenti, con un reale potenziale di crescita, focalizzandoci su progetti ad uno stadio iniziale, precedenti la fase di commercializzazione.