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Il Governo prova a sbloccare i fondi per la depurazione

Ambiente

Il Governo prova a sbloccare i fondi per la depurazione delle acque

La mancanza di un trattamento di depurazione adeguato interessa il 42% degli scarichi fognari italiani. Il nostro Paese rischia il pagamento di multe europee per oltre 400 milioni di euro l’anno

Scritto da il 10 settembre 2015 alle 10:31 | 0 commenti

Il Governo prova a sbloccare i fondi per la depurazione delle acque

Tre italiani su dieci non sono ancora allacciati a fognature o a depuratori, una quota che sale quasi al 50% in Sicilia, Calabria, Campania, ma si raggiunge il 30% anche in Lombardia e Friuli. Solo due aree metropolitane italiane delle 14, quella fiorentina e torinese, hanno raggiunto una depurazione al 100%. La mancanza di un trattamento di depurazione adeguato interessa il 42% degli scarichi fognari italiani. Una fotografia che arriva direttamente dal Governo in carica e spiega perché il nostro Paese abbia già a due condanne della Corte di Giustizia Europea, mentre una la terza procedura di infrazione è stata avviata lo scorso marzo.  Secondo una simulazione dell’Esecutivo la cifra complessiva delle sanzioni UE ammonterà dal 2016 a circa 480 milioni di euro l’anno dal 2016 fino al completamento delle opere.

Oltre al danno economico, le conseguenze sono pesanti anche da un punto di vista ambientale: in base alle analisi effettuate dal laboratorio mobile di Goletta Verde, questa estate su 266 campioni di acqua presi in esame si sono scoperte cariche batteriche superiori ai limiti imposti dalla normativa nel 45% dei casi. A causare l’inquinamento sono essenzialmente gli “scarichi non depurati che attraverso fiumi, fossi e piccoli canali si riversano direttamente in mare. Perché allora non si interviene prontamente per risolvere questa situazione?

Una risposta è stata data dal ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, nel corso di un question time alla Camera dei deputati. Uno dei grandi problemi da risolvere è la difficoltà nello spendere le risorse stanziate, spesso bloccate da farraginosi procedimenti burocratici o dall’inefficienza delle realtà locali.  Lo “Sblocca Italia” in proposito prevede la costituzione di un fondo, presso il Ministero dell’Ambiente, da alimentare con la revoca delle risorse stanziate dal CIPE nell’aprile 2012 destinate a 183 interventi nel settore della depurazione, per i quali ricorrano alcuni presupposti di impossibilità tecnica, progettuale, urbanistica, o di inerzia e sui quali, al 30 settembre 2014, non fossero stati assunti atti giuridicamente vincolanti, ha evidenziato il ministro.

Sempre lo “Sblocca Italia” prevede l’attivazione, entro il 30 settembre 2015, della procedura del potere sostitutivo del Governo, anche con la nomina di appositi Commissari, per gli interventi necessari all’adeguamento dei sistemi di collettamento, fognatura e depurazione. Basterà tutto questo per risolvere un problema che si trascina ormai da decenni?


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L'autore

Gianluigi Torchiani

Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili


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