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«Gli alberi contro il dissesto idrogeologico», l’appello della Fondazione Univerde
Il monito giunge nella “Giornata Nazionale degli Alberi”, di recente istituzione con legge del 2013, che chiama a raccolta gli italiani per una rinnovata sensibilità verso i boschi
«Il dissesto idrogeologico si combatte con l’ingegneria naturalistica e non con il cemento». A dichiararlo è Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde e già ministro dell’Agricoltura e dell’Ambiente, che rilancia: «Per far fronte al fenomeno e ai suoi potenziali effetti devastanti occorre pensare e sviluppare una diversa gestione del territorio rurale, difendendo il suolo attraverso l’uso di elementi naturali come gli alberi». L’appello giunge a ridosso della “Giornata Nazionale degli Alberi”, di recente istituzione con legge del 2013, che oggi venerdì 21 Novembre vuole chiamare nuovamente a raccolta gli italiani per una rinnovata sensibilità verso i nostri boschi: «Dobbiamo ricordare che gli alberi sono veri e propri presidi naturali capaci di intervenire nella protezione e nella messa in sicurezza del suolo. Per consolidare terreni fragili a rischio frane e smottamenti la soluzione è piantare più alberi». Dopo l’incontro con gli studenti a Napoli lo scorso 4 ottobre per l’antica “Festa degli alberi nelle scuole” – ripristinata nel 2000 proprio con decreto dei ministri di Agricoltura e Pubblica Istruzione Alfonso Pecoraro Scanio e Tullio De Mauro – e la messa a dimora di alberi nel cortile del Liceo ‘Genovesi’, in occasione delle Feste di S. Francesco d’Assisi e San Benedetto, continua l’attività di sensibilizzazione sul tema della tutela delle aree verdi. Domani Pecoraro Scanio sarà infatti all’Università di Parma – Parco Aree delle Scienze, Giocampus – per un incontro promosso dalla Fondazione UniVerde in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato e la Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition. Il momento più significativo dell’iniziativa si avrà con la piantumazione di due alberi di Maggiociondolo, esemplari particolarmente determinanti nella tenuta del suolo, merito di radici forti ed estese. «Si può riportare equilibrio nelle aree a rischio idrogeologico partendo proprio dalla natura, proteggere l’ambiente nel rispetto dell’ecosistema senza l’insistenza di inutili mostri di cemento – commenta Pecoraro Scanio – Il rapporto tra urbanizzazione e degrado ambientale è a livelli critici e il tempo stringe. Non possiamo più permetterci di rimanere fermi davanti a posizioni ideologiche e politiche quando l’ingegneria naturalistica rappresenta oggi la buona pratica di gestione del territorio».
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