Disastro ambientale
Genova, sversamento di petrolio: cittadini barricati in casa
Il sostituto procuratore presso la procura di Genova Alberto Landolfi ha aperto un'indagine a carico di ignoti per "disastro colposo"
Sono ormai tre i giorni di emergenza ambientale nazionale in Italia, sì perché non si tratta di un problema unicamente ligure ma di tutto il Paese. Domenica sera intorno alle 19, si è verificato lo sversamento da una condotta del deposito della raffineria Iplom che ha sede a Busalla e che ha rovesciato una grande quantità di petrolio nel rio Pianego, nel rio Fegino e nel Polcevera. La fuoriuscita di greggio è avvenuta “a seguito della rottura di una tubazione interrata dell’oleodotto che collega la raffineria di Busalla” riporta una nota diffusa dalla Iplom, secondo la quale l’incidente si è prodotto mentre era in corso il trasferimento di greggio da una nave nel Porto Petroli di Multedo e appena verificato il calo di pressione la centrale avrebbe immediatamente interrotto il pompaggio. Il sostituto procuratore della procura di Genova Alberto Landolfi ha aperto un’indagine a carico di ignoti per “disastro colposo”.
Il lavoro incessante di cinque squadre dei Vigili del Fuoco, che hanno immediatamente collocato le panne anti-inquinamento e coperto il petrolio con speciali schiumogeni, non è riuscito ad evitare che l’idrocarburo arrivasse in mare. Si iniziano a intravedere le prime chiazze di greggio tra la foce del Polcevera e la diga foranea, ma anche nella zona di Ponente, davanti a Pegli. La Capitaneria di Porto ha dunque allestito l’ennesima fila di panne contenitive per provare a evitare il peggio. Intanto sono stati intossicati decine di esemplari di anatre, aironi, papere, germani e oche. I volontari dell’Enpa sono intervenuti e li hanno soccorsi e presidiano la zona con una unità di intervento rapido dispiegata sul territorio alla ricerca di animali in difficoltà inoltre, d’intesa con i Vigili del Fuoco e con le altre autorità, hanno attivato un numero di emergenza – lo 010.5531696 – per segnalare animali in difficoltà.
Secondo le prime indagini dell’Arpal (l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente Ligure), l’oleodotto dell’Iplom costruito 60 anni fa, era al limite della revisione, mancavano infatti solo 43 giorni prima della manutenzione ordinaria prevista ogni 5 anni. I rischi sono tanti se non si riuscissero a ultimare le operazioni di bonifica: con l’arrivo del caldo e la conseguente evaporazione delle acque si potrebbero verificare degli avvelenamenti, ancora più imminente il rischio di pioggia previsto per sabato che potrebbe provocare lo sversamento in mare del greggio contenuto temporaneamente nei fiumi.
Sul fronte giudiziario il Gip ha convalidato il sequestro del tratto di 4 km della conduttura rotta, compreso tra le valvole di intercettazione di Fegino e di San Biagio. Vincenzo Columbo, direttore della raffineria di Busalla è stato iscritto sul registro degli indagati e continua a difendere il livello di manutenzione e il conseguente rispetto degli standard europei, le relative verifiche sono in corso anche da parte degli ispettori della Dogana. C’è da capire se lo smottamento sia antecedente all’incidente e quindi lo abbia provocato o se sia avvenuto in seguito all’incidente. Ma soprattutto è importante capire se, data la vecchiaia dell’impianto, sia forte o meno il rischio di un secondo incidente in tempi brevi. In ultima analisi c’è l’aspetto occupazionale, se il sequestro dovesse protrarsi la Iplom sarebbe costretta a chiudere la raffineria e mettere in cassa integrazione parte dei 252 dipendenti.
La popolazione è in preda al panico, nonostante i bollettini dell’Arpal siano positivi, la gente avverte le esalazioni e bruciore agli occhi e alla gola e si barrica in casa. Sono proprio questi i normali effetti dell’irritazione da idrocarburi e dagli istituti di controllo rassicurano: “l’odore non dà danni”. Intanto l’assessore regionale alla Sanità, Sonia Viale, ha inviato un ambulatorio mobile della Asl3 presso i giardini Montecucco, l’area più colpita. «Si tratta di un centro di informazioni mobile – spiega Viale – diamo un segno di vicinanza alla popolazione, con un medico e un assistente sanitario, anche se i rilevamenti di Arpal e Asl danno esito negativo, circa la presenza di esalazioni inquinanti».
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L'autore
Eleonora L. Moscara
Eleonora L. Moscara, freelance leccese. Inizia a lavorare come giornalista nel 2008 nella redazione tg di un'emittente televisiva locale. Fino ad oggi ha collaborato con diverse testate: dalla carta stampata al web e uffici stampa di vario genere. Si occupa prevalentemente di ambiente e cultura. Scrive sul Nuovo Quotidiano di Puglia e sulla rivista Salento Review. Per Tekneco coordina la redazione web e si occupa della gestione del social media management.
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