sostenibilità
Fanghi di depurazione, da problema a opportunità
Un seminario tecnico ha evidenziato il problema della crescente mole dei fanghi di depurazione e le strategie per la loro gestione, compreso l’uso a fini energetici
Una marea di fanghi di depurazione ci sommergerà. Fatti i debiti ridimensionamenti, la questione è sensibile: in Lombardia, per rendere meglio l’idea, ne sono prodotti più del doppio del volume del Duomo di Milano. Proprio così. All’anno ne vengono prodotti circa un milione di tonnellate, in media, quasi 100 chilogrammi all’anno a persona (Fonte: dati Irer 2010). Poco più della metà, dopo adeguato trattamento nelle specifiche piattaforme, è destinato al riutilizzo in agricoltura, la restante metà è conferita in discarica o destinata all’incenerimento.
Il caso della Lombardia e, in generale il tema dei fanghi di depurazione e sulle strategie di medio termine da adottare per riutilizzarli in modo sostenibile sono stati al centro di un seminario tecnico a Milano organizzato da Federutility e Confservizi Cispel Lombardia presso la sede di Amiacque. Presenti anche Regione Lombardia e Ministero dell’Ambiente.
Nell’occasione si è rilevato che le decine di milioni di euro stanziate – anche in Lombardia – per ingenti interventi in risposta alla procedura di infrazione comunitaria 2034/09, che prevede pesanti sanzioni per i depuratori e le reti fognarie che non saranno a norma entro il 2015, porteranno sì a un miglioramento qualitativo delle acque dei fiumi e dell’ambiente, ma contemporaneamente a un incremento quantitativo dei fanghi di depurazione.
E non aiuta certo la situazione di incertezza esistente circa la loro destinazione, dal punto di vista normativo a livello comunitario, nazionale e anche regionale.
La gestione: alternative ed esempi concreti
Come gestire allora la massa crescente? L’Istituto di Ricerca sulle Acque del CNR ha presentanto, in occasione del seminario, una ricerca intitolata “Fanghi di depurazione: Una strategia di gestione a medio termine e orientamenti futuri”. Dopo aver fatto un quadro della situazione, anche a livello normativo, la ricerca ha illustrato, tra l’altro, le alternative di medio termine all’uso diretto in agricoltura, valutando caratteristiche, pregi e limiti: si va dalla produzione di ammendanti compostati misti all’essiccamento termico on-site e successivo smaltimento/recupero, dalla produzione di CSS all’incenerimento off-site in forni di smaltimento rifiuti, fino a comprendere il co-incenerimento off-site in forni di recupero d’energia, in centrali di potenza o in cementifici, il recupero di energia come pure l’incenerimento on-site in forni dedicati. In quest’ultimo caso sono compresi: i processi integrati di essiccamento-incenerimento in forni a letto fluido di fango digerito o non digerito; i processi di ossidazione a umido; i processi di pirolisi e di gassificazione.
Nel corso del seminario si è inoltre sottolineato che oggi al settore agricolo è destinato in Lombardia il 55% dei fanghi prodotti (per il resto, il 23% finisce in discarica e il 22% è impiegato in termovalorizzatori). La percentuale destinata al settore agricolo, debitamente trattata, potrebbe aumentare, ha affermato Gian Maria Visconti di Evergreen: «Si potrebbe arrivare, previo trattamento, all’impiego in agricoltura dell’80% dei fanghi». Va detto che, per essere utilizzati in agricoltura non devono contenere sostanze tossiche, nocive, persistenti o bioaccumulabili in concentrazioni dannose per il terreno, per le colture, per gli animali, per l’uomo e per l’ambiente in generale.
Ma non mancano altre strade percorribili mirate alla produzione di energia. Allo scopo sono stati presentati alcuni esempi: l’essicazione e la termoriutilizzazione (presentata da Vomm), la tecnologia a letto fluido (Siba), o ancora la tecnologia tedesca della termodistruzione (Passavant) o la termodistruzione in impianti per RSU (A2a).
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L'autore
Andrea Ballocchi
Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.
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