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Eu, definitive le norme sulla coltivazione di Ogm

Ora tocca al Parlamento recepire la nuova disciplina. Intanto secondo uno studio tedesco la distanza cuscinetto richiesta dall’Efsa per le coltivazioni è sottostimata

Scritto da il 06 marzo 2015 alle 8:00 | 1 commento

Eu, definitive le norme sulla coltivazione di Ogm

Da pochi giorni l’Unione Europea ha approvato in via definitiva la nuova normativa sugli Organismi geneticamente modificati (Ogm), che accoglie le preoccupazioni dei consumatori, in gran numero contrari agli Omg: in base alle nuove norme, toccherà agli stati decidere se coltivare o meno Ogm sul proprio territorio. Ora tocca al Parlamento italiano recepire questa decisione nella normativa nazionale.

La notizia è stata accolta con grande soddisfazione da Coldiretti: “Siamo di fronte ad un importante e atteso riconoscimento della sovranità degli Stati nonostante il pressing e alle ripetute provocazioni delle multinazionali del biotech – ha dichiarato il presidente Roberto Moncalvo -. L’Europa da un lato, le Alpi e il mare dall’altro, renderanno l’Italia finalmente sicura da ogni contaminazione da Ogm a tutela della straordinaria biodiversità e del patrimonio di distintività del Made in Italy. Per l’Italia gli Ogm in agricoltura – continua Moncalvo – non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico del Made in Italy”.
Proprio sulla questione della contaminazione ad ottobre scorso è stato pubblicato sulla rivista Environmental Sciences Europe uno studio finanziato dal ministero dell’Ambiente tedesco. I tre autori – Frieder Hofmann, Mathias Otto e Werner Wosniok – hanno analizzato i dati sulla dispersione del polline del mais geneticamente modificato Bt raccolti nell’arco di dieci anni, tra il 2001 e il 2010, in 216 siti di Germania, Svizzera e Belgio. Secondo i ricercatori, i risultati ottenuti dimostrerebbero che la zona cuscinetto indicata dall’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) è fortemente sottostimata: se è vero che la maggior parte del polline si deposita all’interno del campo di provenienza, è stata anche riscontrata la diffusione di diverse migliaia di grani di polline per metro quadro ad oltre un chilometro di distanza (fino a 4,5 chilometri). “I nostri risultati indicano che la zona cuscinetto vada estesa fino a un chilometro per prevenire una pericolosa esposizione di altri organismi agli Ogm”, dichiarano gli autori della ricerca, secondo i quali questo studio è il primo per quantità di dati sulla deposizione del polline di mais sinora pubblicati e raccolti in condizioni di coltivazione comuni e complesse.


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L'autore

Stefania Marra

Stefania Marra, giornalista professionista dal 1994, è stata per circa dieci anni caporedattrice della rivista Modus vivendi. Dal 2005 gestisce il modulo pratico di giornalismo al Master di comunicazione ambientale (CTS/Facoltà di Scienze delle comunicazioni Università La Sapienza). Scrive soprattutto di storia sociale dell'alimentazione e di ambiente, settore per il quale ha ricevuto diversi premi giornalistici.


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