Eternit nascosto, i lavori in casa sono ad alto rischio
L'assenza di una normativa adeguata favorisce il mantenimento delle strutture inquinanti
Photo: gemma de rosa
Con questo articolo completiamo l’inchiesta avviata ieri sui pericoli dell’amianto, spesso nascosto nelle nostre case
L’errore più grave sarebbe ignorare la presenza di asbesto «Perché si rischia di fare delle attività come rotture, perforazioni, rimozioni, che liberano fibre di amianto esponendo se stessi e inquinando l’ambiente», sottolinea l’Arpa Veneto, che prosegue specificando che il cittadino non è solo, oltre alle Arpa e alle Asl, ci sono i Centri regionali per l’amianto. «L’articolo 11 del Dpr 8/8/1994 prevede che ogni regione si doti di strumentazione e personale specifico per l’analisi dell’amianto. Questo ha portato per quasi tutte le regioni a creare un proprio centro regionale anche se strutturato in maniera diversa. Abbiamo infatti alcuni centri presso le Arpa, altri presso le Asl, alcuni sono strutture complesse anche compiti di controllo, altri sono solo laboratori».
La campagna eternit free
Iniziativa ideata da Azzero CO2 e Legambiente ha lo scopo di promuovere e sostituire le coperture in eternit con gli impianti fotovoltaici, beneficiando degli incentivi statali del Quarto Conto Energia (una novità è il premio di 5 centesimi di euro per kWh in caso di impianti fotovoltaici che sostituiscono coperture in eternit). La campagna vede la partecipazione della Provincia e delle associazioni di categoria che si impegnano a diffonderla su tutto il territorio di competenza. Si rivolge sia a privati sia a enti pubblici intenzionati, con disposizione o meno di risorse per investire direttamente nell’operazione, a rimuovere l’eternit e sostituirlo con un impianto fotovoltaico. Vista la pericolosità del materiale e l’iniziativa della Campagna Eternit free, ci si aspetterebbe una massiccia adesione. Di fatto sono venti le provincie italiane che hanno aderito finora e Vincenzo Ventricelli, referente della campagna, spiega che:« L’adesione della provincia è una questione puramente politica, e non viene imposta a livello nazionale. Con le amministrazioni provinciali, inoltre, ci si scontra talvolta con una immobilità disarmante, per il momento siamo soddisfatti di aver siglato il protocollo di intesa con 20 province. Il ruolo della provincia è quello di sostenere la campagna e sensibilizzare il territorio, non è onerosa, ci da l’ufficialità di poter fare interventi a beneficio della popolazione e della salute pubblica».
Se non si rimuove l’eternit, la legge non punisce
«Ci possono essere delle variazioni tra le diverse regioni per quanto riguarda la gestione delle problematiche relative all’amianto che in genere sono riportate nei rispettivi piani regionali. Per quanto riguarda i manufatti contenenti amianto nelle abitazioni, il proprietario ha l’obbligo di verificarne anche lo stato di conservazione e se sono degradati/fatiscenti ha l’obbligo di bonifica» afferma l’Arpa Veneto. Paradossalmente non si finisce in prigione se si è proprietari, ad esempio, di una copertura in eternit in cattivo stato e non si provvede a rimuoverla. Vincenzo Ventricelli osserva che: «Al massimo viene multato, e/o di conseguenza ingiunto a livello patrimoniale. Il comune potrebbe far eseguire da una ditta le eventuali lavorazioni, ma alla ditta viene contrattualizzato il pagamento nel momento in cui il comune riesce a recuperare i soldi dal proprietario e ciò accade molto raramente». Prosegue spiegando come funziona il meccanismo bizzarro «La superficie può essere denunciata al comune, o direttamente individuata alla/dalla ASL. La ASL viene incaricata di effettuare i rilievi per controllare lo stato di degrado del materiale, in base alle verifiche viene emesso un parere e in base a quest’ultimo il proprietario sarà ingiunto a monitorare l’eternit, o trattarlo con materiali siliconici incapsulanti per mettere in sicurezza, o eseguire lo smaltimento. Queste pratiche possono durare anni ma, se il proprietario non interviene non và certo in prigione».
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L'autore
Anna Simone
Anna Simone è una Sociologa Ambientale e si occupa di tematiche ambientali dal punto di vista sociale e culturale, contestualizzando quello che succede al posto in cui è successo per comprenderlo, analizzarlo e spiegarlo. È autrice del blog Ecospiragli.
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