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Ecoreati, è tempo di bilanci
"Ecogiustizia è fatta" è il titolo del dossier di Legambiente sui primi 8 mesi di applicazione della legge contro gli ecoreati
La legge n. 68 del 2015, che introduce nel nostro Codice penale il Titolo VIbis dedicato ai delitti ambientali, comincia a dare i suoi frutti. Come emerge dal dossier curato da Legambiente, grazie alla collaborazione del Corpo forestale dello Stato, del Comando Tutela Ambiente dell’Arma dei carabinieri, della Guardia di finanza e delle Capitanerie di porto, i primi 8 mesi di applicazione delle nuove norme stanno già dimostrando l’efficacia del nuovo sistema sanzionatorio. Ma passiamo ai dati rilevati dal 29 maggio 2015, giorno di entrata in vigore della legge, al 31 gennaio 2016:
- 947 i reati penali e le violazioni amministrative accertati;
- 1.185 le persone denunciate;
- 229 i beni sequestrati per un valore complessivo di quasi 24 milioni di euro.
Contestato in 118 casi il nuovo delitto di inquinamento e per 30 volte il disastro ambientale. La regione dove sono stati accertati più ecoreati è il Lazio (134), seguita dalla Campania (95) e la Toscana (73). Il maggior numero di sequestri è stato riscontrato in Puglia (28), seguita dalla Calabria (25) e dalla Toscana (22).
Oggi (si legge nel dossier) le forze dell’ordine e l’autorità giudiziaria possono contare su delitti specifici da contestare, come l’inquinamento e il disastro ambientale, ai quali si aggiungono altri quattro delitti: morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale, traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività, impedimento al controllo e omessa bonifica.
E una lunga serie di aggravanti – tra cui quelle contro l’ecomafia vera e propria e contro i pubblici funzionari corrotti – anche specificatamente poste a tutela della pubblica incolumità. Le misure sono molto drastiche come la confisca dei beni, anche per equivalente, per gli inquinatori come già previsto per i mafiosi; sanzioni severe contro la responsabilità giuridica delle imprese. Un elenco di delitti che peraltro non sostituisce o abroga il sistema sanzionatorio preesistente, a cominciare dai reati contravvenzionali contemplati principalmente nel d.lgs. 152/2006, il Codice dell’ambiente.
Per completare la riforma e rendere ancora più incisiva l’azione di prevenzione e contrasto dei fenomeni d’illegalità ambientale Legambiente ha stilato 8 proposte:
1) programma di formazione sulla nuova legge per forze dell’ordine e Capitanerie di porto, magistrati, ufficiali di polizia giudiziaria e tecnici delle Arpa, corpi di polizia municipale, direttori delle aree protette;
2) definire linee guida nazionali per garantire una uniforme applicazione in tutto il Paese
3) istituire un Fondo nazionale presso il ministero dell’Ambiente in cui far confluire tutte le sanzioni pecuniarie previste per i reati minori da utilizzare per bonificare i siti orfani;
4) potenziare le attività d’indagine contro gli ecoreati attraverso la costituzione di un corpo di polizia ambientale specializzato;
5) procedere subito all’approvazione definitiva del progetto di legge sul sistema delle Agenzie regionali protezione ambiente;
6) approvare una legge efficace per lo stop al consumo di suolo e stabilire nuove regole per l’abbattimento degli ecomostri e delle costruzioni abusive;
7) calendarizzare in tempi brevi la discussione del provvedimento sulle agromafie;
8) lavorare per la definizione dei delitti contro gli animali.
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L'autore
Eleonora L. Moscara
Eleonora L. Moscara, freelance leccese. Inizia a lavorare come giornalista nel 2008 nella redazione tg di un'emittente televisiva locale. Fino ad oggi ha collaborato con diverse testate: dalla carta stampata al web e uffici stampa di vario genere. Si occupa prevalentemente di ambiente e cultura. Scrive sul Nuovo Quotidiano di Puglia e sulla rivista Salento Review. Per Tekneco coordina la redazione web e si occupa della gestione del social media management.
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