Ricerca
Droni sul ghiaccio
Il controllo ambientale tramite i droni arriva nell'Artico grazie a una ricerca del Cnr
I droni e i sistemi robotici trovano sempre più applicazioni. L’ultima è quella relativa all’Artico dove in Cnr per studiare sempre più in dettaglio le conseguenze dei cambiamenti climatici, l’inquinamento ambientale e gli ecosistemi polari, li sta utlizzando. Uno staff di scienziati del Cnr nel corso di una missione svolta dai ricercatori dell’Istituto di studi sui sistemi intelligenti per l’automazione del Cnr alle Isole Svalbard, in Artico ha realizzato uno studio usando questo sistemi.
Gli scienziati hanno documentato l’uscita di un’imbarcazione Teisten dal porticciolo di Ny-Alesund per recarsi in prossimità del ghiacciaio Kronebreen, in cui il veicolo robotico autonomo semisommergibile Shark, colorato di giallo porta al traino un campionatore di acqua, montato su un trimarano con scafi arancioni.
«Mediante un sistema di guida semi-automatico, Shark – spiegano i ricercatori del Cnr – è arrivato, addentrandosi in un labirinto di iceberg di piccole e medie dimensioni, sino a toccare il ghiacciaio. Lungo il percorso sono stati raccolti i dati dalla sonda multi-parametrica montata a bordo del veicolo e 8 bottiglie d’acqua sulle quali saranno condotti esami di tipo micro-batteriologico». Per aiutarne la navigazione, visti i piccoli iceberg che potrebbero ostacolarne gli spostamenti, Shark sarà assistito da un drone volante ad otto eliche, dotato di foto e videocamera con le quali potrà anche riprendere il fronte dei ghiacciai.
Il Progetto si chiama Uvass (Unamnned Vehicles for Autonomous Sensing and Sampling) e vi partecipano i ricercatori Gabriele Bruzzone, responsabile del progetto, Arturo Argentieri, Giorgio Bruzzone, Edoardo Spirandelli, Maurizio Azzaro, Federico Giglio, Stefano Miserocchi degli istituti Cnr-Issia per la robotica marina, il Cnr-Iamc per la raccolta ed esame dei campioni d’acqua, ed il Cnr-Ismar per l’esame dei parametri raccolti con il sensore multiparametrico. «Shark è il piccolo robot marino autonomo semi-sommergibile che effettuerà le misurazioni dei parametri ambientali ed i campionamenti di acqua. – spiega Massimo Caccia, direttore dell’Issia-Cnr “Interamente progettato e sviluppato dalla nostra unità operativa di Genova, dotato di bussola e GPS, sistema di controllo automatico, radio per l’invio dei comandi e la ricezione di immagini e telemetria, raccoglierà dati sull’interfaccia aria-mare-ghiaccio».
«Il drone è un concentrato di alta tecnologia. L’equipaggiamento prevede sensori aggiuntivi. dice il responsabile della missione Gabriele Bruzzone – Un pirometro consentirà di misurare la temperatura superficiale dell’acqua, la sonda multi-parametrica di acquisire i valori di conduttività dell’acqua, temperatura, ph, redox e ossigeno disciolto, un ecoscandaglio mapperà la batimetria del fondale”.
Le Isole Svalbard sono uno dei luoghi al mondo più adatti a questi studi poiché è uno dei luoghi del Mar Glaciale Artico più popolato, hanno 2.625 abitanti, e quindi dotato di una buona logistica per operare in climi la cui temperatura oscilla tra i meno40°C in inverno e i più6 °C in estate. Anche per questo motivo le Isole Svalbard sono state scelte per ospitare una banca genetica dei semi, la Svalbard Global Seed Vault, al fine di proteggere la biodiversità da catastrofi nucleari o climatiche.
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L'autore
Sergio Ferraris
Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.
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