Da Londra a Stoccolma, così le città europee combattono lo smog
Le iniziative già attive da tempo e le differenze rispetto al sistema annunciato dal Comune di Milano
Photo: jeni rodger
Come era prevedibile, l’arrivo dell’Area C a Milano (5 euro per tutte le auto a partire dal prossimo anno, in sostituzione dell’Ecopass, che lmitava il provvedimento ai veicoli più inquinanti) sta dividendo l’opinione pubblica: da una parte ci sono i residenti e i commercianti, che lamentano rispettivamente costi maggiori e il possibile calo dei consumi nella Cerchia dei Bastioni; dall’altra le associazioni ambientaliste, che chiedevano misure ancora più drastiche, a cominciare dall’abolizione delle facilitazioni ai residenti e agli esercenti. Così può essere utile dare uno sguardo alle iniziative adottate in questa direzione in altre città europee e il risultato conseguito nell’abbattimento delle emissioni inquinanti.
Londra, la capostipite
Londra è stata la prima a muoversi in questa direzione, con l’avvio della congestion charge già nel 2003. Nella capitale inglese la tassa giornaliera da pagare per entrare al centro ammonta a 10 sterline, pari a poco meno di 12 euro, somma che sale di due sterline se non si salda il contro entro la mezzanotte del giorno di utilizzo. I residenti possono contare su uno sconto del 90%, contro i 40 ingressi gratis previsti a Milano (dopo di che si pagano 2 euro, quindi con uno sconto del 60%). Le esenzioni riguardano, bus, taxi e mezzi di soccorso, come nel sistema adottato dal capoluogo meneghino. L’impatto di questa misura sulla qualità dell’aria è dibattuto: se alcuni ricercatori parlano di calo delle emissioni inquinanti nell’ordine del 10-15%, altri rilevano valori del tutto simili al 2003, momento dell’introduzione della congestion charge. Di sicuro, il traffico è divenuto più scorrevole e questo è andato anche a beneficio di chi utilizza mezzi pubblici (il 9% in più in otto anni), che raggiungono più rapidamente i luoghi di destinazione.
Le esperienze nordiche
A Stoccolma la congestion charge è attivo dal 2006 ed è strutturato con tariffe differenziate per fasce orarie (mentre a Milano c’è una tariffa unica, in vigore dalle 8.30 alle 19.30. Nelle altre ore e nei week-end si circola gratuitamente), con prezzi che vanno da 10 a 20 corone (da uno a due euro) a ogni passaggio in entrata e in uscita dai 18 valichi predisposti, fino a un massimo di 60 corone (poco più di sei euro) giornaliere. Introdotto in via sperimentale per sei mesi, il sistema è poi divenuto strutturale, grazie a risultati rilevanti: file dimezzate nelle ore di punta, emissioni inquinanti ridotte del 15% e traffico più scorrevole mediamente del 20%.
Una diversa è stata seguita da Oslo, nel cui centro l’accesso è a pagamento 24 ore al giorno. Il sistema di addebito è automatico, considerato che per usufruire del servizio occorre iscriversi e indicare un conto dal quale le autorità prelevano le somme in base all’utilizzo del servizio (da2,50 a 10 euro al giorno, in base alle caratteristiche del veicolo). Tra la capitale norvegese e il circondario, il 60% degli abitanti usa quotidianamente i mezzi pubblici, grazie anche a una frequenza di bus che non ha pari nel Vecchio Continente.
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L'autore
Luigi Dell'Olio
Luigi dell'Olio, giornalista pugliese free-lance, vive a Milano, dove si occupa di temi legati all'economia, alla tecnologia e alle energie rinnovabili.
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