bike café
Costruirsi una bici bevendo un caffè
Anche in Italia è arrivata la moda dei bike café, bar o bistro dove si può riparare la bici o comprarne una o seguire le gare sui maxischermi
Photo: Luminitsa
Il grande aumento di ciclisti che si è registrato negli ultimi anni in Italia porta con sé la nascita di nuove realtà: dai gruppi organizzati per accompagnare i bambini a scuola con le due ruote alle reti per il cicloturismo, dai laboratori in cui si impara a riparare da soli la propria bici fino ai bike cafè, locali in cui la passione per le due ruote trova modo di esprimersi in bar o veri e propri ristoranti.
Quella dei bike café è un’idea nata tra Vienna e Berlino, che si è poi diffusa nei Paesi scandinavi, Olanda e Inghilterra, dove sorge uno dei locali più famosi: il Look Mum No Hands di Londra, dove i ciclisti urbani possono fermarsi per una pausa caffË o un piatto biologico, ma anche usufruire dei servizi dell’officina e seguire sul maxischermo gli eventi ciclistici; una formula vincente che ha portato al successo del locale, al punto da far nascere una linea di merchandising dedicata. Il mix ciclismo-cibo-shopping caratterizza anche un altro bike café di Londra, il Rapha London a Soho, dove si parcheggia la bici a un gancio e ci si accomoda per mangiare, vedere corse storiche o fare acquisti.
Questi locali hanno in comune l’idea di fare della passione per le due ruote un’occasione di socializzazione, magari attorno a un tavolo o con le mani sporche d’olio. Da qui si sono poi sviluppati modelli diversi: dalla pura ciclofficina alla rivendita di bici, dallo shopping a tutto tondo alla creazione di un ambiente quasi museale, come ad esempio il Keirin Cycle Culture Café di Berlino, uno dei primi bike café europei. Un posto a sé occupa il Baisikeli di Copenhagen: non è solo un caffè con noleggio di bici, ma una società no profit che raccoglie bici usate per mandarle in Africa, dove vengono adattate alle esigenze di chi le riceve in dono.
Anche nel nostro paese i bike café si stanno facendo strada. Molto noti i milanesi Upcycle a Lambrate – che unisce la vendita di accessori a varie attività culturali, il tutto accompagnato con cibo e bevande – e Le Biciclette, nato da uno storico negozio di bici e ora sede di concerti e mostre, tra un drink e uno spuntino. Sempre al Nord, ci sono tra gli altri il Pai Bikery in via Cagliari a Torino e, non lontano, il Bike CafÈ di Pinerolo. A Roma nella chic via Boncompagni c’è Ladri di Biciclette, che si definisce “osteria & bike boutique”. E prossimamente dovrebbe aprire un locale della catena Bianchi Café and Cycles, progetto lanciato nel 2010 in Svezia (dove ormai sono quattro, più uno a Tokio) da Salvatore Grimaldi, proprietario della nota azienda italiana di biciclette. Buon cibo italiano e gli ultimi modelli Bianchi, in un ambiente magari un po’ meno informale delle ciclofficine, ma comunque aperto a tutti gli amanti delle due ruote.
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L'autore
Stefania Marra
Stefania Marra, giornalista professionista dal 1994, è stata per circa dieci anni caporedattrice della rivista Modus vivendi. Dal 2005 gestisce il modulo pratico di giornalismo al Master di comunicazione ambientale (CTS/Facoltà di Scienze delle comunicazioni Università La Sapienza). Scrive soprattutto di storia sociale dell'alimentazione e di ambiente, settore per il quale ha ricevuto diversi premi giornalistici.
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