sprechi alimentari
Azioni per ridurre gli sprechi alimentari
La Fao pubblica un manuale di consigli e buone pratiche ricolto a cittadini, industria e governi. Intanto dal packaging arrivano soluzioni innovative
Un terzo del cibo prodotto nel mondo va sprecato (dati Fao, 2011) e questo spreco non soltanto incide sull’economia globale e sulla disponibilità di cibo, ma ha anche un pesanto impatto ambientale: l’impronta di carbonio globale dello spreco di cibo è stata stimata in 3,3 Gtonnes di CO2 equivalente; vuol dire che, se il cibo che viene prodotto e non consumato ogni anno fosse un Paese, sarebbe al terzo posto al mondo per emissioni di gas serra, dietro Stati Uniti e Cina.
Mentre nei Paesi in via di sviluppo i maggiori sprechi si concentrano nelle fasi di raccolta di cibo, stoccaggio, trattamento, trasporto a causa della carenza di infrastrutture, dei bassi livelli di tecnologia e di investimento nei sistemi di produzione alimentare, nei Paesi sviluppati lo spreco alimentare si verifica soprattutto a livello di vendita al dettaglio e di consumo.
La Fao ha prodotto un toolkit in cui fornisce indicazioni, strategie e buone pratiche di riduzione dei rifiuti di cibo secondo lo schema della piramide invertita che vede la riduzione come strategia preferita secondo questa gerarchia: riduzione; riuso; riciclo e recupero; discarica.
La Fao si rivolge anche alle aziende, invitandole a mettere in campo azioni di sensibilizzazione sullo spreco alimentare. Inoltre viene tenuto in grande considerazione l’imballaggio: vengono quindi invitati i professionisti del packaging a lavorare per ridurre i rifiuti alimentari progettando confezioni che durino più a lungo e si possano quindi riutilizzare, e con un consumo ridotto di materiali di imballaggio.
Ma l’imballaggio può anche essere studiato in modo tale da ridurre la deperibilità dei prodotti, come ad esempio le cassette per frutta e verdura il cui fondo è rivestito di un materiale naturale ondulato che assorbe l’etilene che provoca la maturazione della frutta e la conseguente creazione di muffe.
Un altro esempio è la Cooler Box, una cassa per il trasporto di bevande che è al tempo stesso un contenitore termico per il raffreddamento; il design innovativo e l’applicazione speciale di una resina permettono la ritenzione idrica durante lo sbrinamento, senza perdite di temperatura per un massimo di 8 ore. La carta è prodotta con materie prime da cellulosa e da macero.
Sul tema della riduzione degli sprechi di cibo lavora anche la European Packaging Design Association – Epda, che è anche partner di Save Food, un’iniziativa nata dalla cooperazione di Fao e Unep con la Messe Düsseldorf GmbH per combattere le perdite mondiali di beni alimentari e ad aumentare la consapevolezza dei consumatori. Save Food intende collegare fra loro i protagonisti dell’economia, politica e ricerca, stimolare il dialogo e aiutare ad elaborare soluzioni lungo la catena del valore alimentare.
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L'autore
Stefania Marra
Stefania Marra, giornalista professionista dal 1994, è stata per circa dieci anni caporedattrice della rivista Modus vivendi. Dal 2005 gestisce il modulo pratico di giornalismo al Master di comunicazione ambientale (CTS/Facoltà di Scienze delle comunicazioni Università La Sapienza). Scrive soprattutto di storia sociale dell'alimentazione e di ambiente, settore per il quale ha ricevuto diversi premi giornalistici.
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