BIOLOGICO
Con l’AuthenticFood, i prodotti biologici lasciano l’impronta digitale
Il metodo analitico per autenticare i prodotti alimentari di origine vegetale
Photo: Julien Menichini
E’ partito a novembre il progetto di ricerca transazionale che prevede la messa a punto di un’impronta digitale analitica dei prodotti biologici, per distinguere il vero bio, dal falso. Una collaborazione di sedici partner provenienti da undici paesi europei che combineranno competenze analitiche, agronomiche e sistemi di controllo, per arrivare al sistema di autenticazione anti frode.
Il progetto
Sul versante italiano sono impegnate la Fondazione Edmund Mach, competente nell’analisi degli isotopi stabili, l’Aiab (Associazione italiana per l’agricoltura biologica) impegnata nella raccolta dei campioni, e la Bios, organismo di controllo e certificazione del metodo di produzione biologico, che valuterà l’applicabilità del sistema di certificazione.
Nel progetto AuthenticFood, cofinanziato dal programma Core Organic II, il team di ricercatori europei prenderà in esame le caratteristiche chimiche di alcuni prodotti biologici vegetali, nello specifico pomodori, cereali e derivati. Si servirà di tecniche statistiche multivariate, metodiche di analisi dei residui di fitofarmaci, dei rapporti tra isotopi stabili di diversi elementi, del profilo minerale e metabolomico (le impronte chimiche lasciate da specifici processi cellulari), per poi sviluppare una serie di metodi analitici in grado di autenticare i prodotti alimentari di origine vegetale, per una maggiore garanzia dei consumatori e degli utilizzatori di materie prime.
I metodi analitici insieme alle attuali procedure di ispezione e certificazione, saranno degli ottimi strumenti di supporto per gli Enti di certificazione e di controllo.
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L'autore
Anna Simone
Anna Simone è una Sociologa Ambientale e si occupa di tematiche ambientali dal punto di vista sociale e culturale, contestualizzando quello che succede al posto in cui è successo per comprenderlo, analizzarlo e spiegarlo. È autrice del blog Ecospiragli.
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