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Al via il summit Onu sui cambiamenti climatici
Grande attesa per la conferenza indetta dal segretario generale Onu per avviare politiche concrete per la lotta ai cambiamenti climatici
Photo: Wikipedia
Al via il summit Onu sui cambiamenti climatici. La conferenza è stata voluta dal segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon, in occasione della 69esima Assemblea Generale dell’Onu che aprirà ufficialmente mercoledì, per intraprendere un’azione politica contro i cambiamenti climatici. L’invito è stato raccolto da 120 leader internazionali, tra cui Barack Obama e il premier italiano Matteo Renzi. Grande assente la Cina, oltre che l’India: peccato perché la Repubblica popolare ha conquistato un triste primato, dato che, secondo il Global Carbon project, report redatto da esperti internazionali, avrebbe ormai superato le emissioni di Stati Uniti e UE messe insieme. Ma a preoccupare, stando sempre al rapporto, è l’aumento delle emissioni a livello globale che nel 2014 è del 65% rispetto ai livelli del 1990.
«Ora è il tempo di agire, questo è ciò che chiedeva ieri la gente che marciava e ciò che domani ci chiederà il Climate Summit», in riferimento alla marcia pacifica avvenuta ieri in tutto il mondo, cui hanno partecipato milioni di persone e più di 300mila solo a New York, divenendo la più grande mobilitazione globale per il clima.
Che la preoccupazione per le sorti del pianeta stia cominciando a sentirsi, non solo a livello di opinione pubblica ma di scelte importanti: basti pensare alla scelta, fatta proprio oggi, della Rockefeller Brothers Fund, la fondazione di una delle famiglie più ricche del mondo, di dirottare gli 860 milioni di dollari, ottenuti in buona parte dal petrolio, in investimenti su fonti energetiche rinnovabili.
Anche le istituzioni si muovono: «Il cambiamento climatico è una delle minacce del nostro tempo, ma è anche un’opportunità per reinventare le nostre economie», ha affermato José Manuel Barroso, presidente della Commissione Europea. Che ha fissato un obiettivo ambizioso: «l’Unione Europea taglierà tra l’80 e il 95% delle emissioni inquinanti entro il 2050». Per riuscire, ha proseguito Barroso, «il nostro obiettivo concordato è quello di investire il 20% del bilancio UE 2014-2020 in azioni per il clima».
È d’accordo sul taglio delle emissioni anche il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti: «Insisteremo per fare in modo che si arrivi a un accordo globale giuridicamente vincolante. Abbiamo fatto molto a livello nazionale e come Europa, i nostri target sono elevati: chiediamo al mondo di ridurre del 40% le emissioni entro il 2030».
Dal vertice sul clima ONU di New York il WWF si attende un forte impulso politico per il raggiungimento di un accordo globale sul clima a Parigi nel 2015 e almeno quattro risultati immediati che passano da impegni finanziari precisi per contribuire al Fondo Verde per il Clima, perché nessun Paese rimanga indietro nella lotta al cambiamento climatico; da piani nazionali per tagliare drasticamente le emissioni, far galoppare le energie rinnovabili e risparmiare energia; dall’impegno formale a raggiungere, nel 2015, un accordo globale davvero efficace per azzerare le emissioni di CO2 e degli altri gas serra, in modo da rimanere ben al di sotto dei 2 °C di riscaldamento globale; dall’impegno a fermare subito i sussidi pubblici e gli investimenti nei combustibili fossili, a partire dal più inquinante, il carbone.
Lo stesso segretario Onu ha chiesto nel suo intervento «a tutti i governi di impegnarsi per un accordo universale sul clima a Parigi nel 2015 e di fare la loro parte per limitare l’aumento della temperatura globale a meno di 2 °C. Per farlo dobbiamo lavorare insieme per mobilitare finanziamenti».
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L'autore
Andrea Ballocchi
Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.
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