Ad Abu Dhabi si progetta l’era post-petrolifera
La World Future Energy and Environment Exhibition ha chiamato a raccolta i grandi innovatori del settore. 25 le aziende italiane
Photo: eager000010
“Presentare gli ultimi progressi sul fonte delle energie rinnovabili nel Golfo Persico è come giocare fuori casa contro la prima in classifica”. Commenti su questo tenore si sono sprecati tra gli analisti e le riviste internazionali che hanno presentato la World Future Energy and Environment Exhibition, che si conclude oggi ad Abu Dhabi. Perché proprio l’area che trae le maggiori ricchezze del petrolio a prima vista è la meno recettiva ad accogliere le potenzialità delle energie alternative
A raccolta i grandi della Terra
La quarta edizione della manifestazione, incentrata sul tema “Rendere possibili le soluzioni energetiche del futuro–trovare risposte pratiche alla sfida globale della sicurezza energetica” ha visto sfilare speaker e manager di altissimo profilo, a cominciare dal Segretario Generale dell’Onu Ban Ki Mon. Il quale, corso della relazione tenuta agli Young Future Energy Leaders, ha chiesto agli Stati il massimo impegno per rendere accessibile a tutti la rivoluzione verde, sottolineando come la crescita dei paesi emergenti renda indispensabile l’avvio della nuova era in tempi brevi.
Ultime innovazioni in mostra
Ad Abu Dhabi sono state presentate le ultime innovazioni nel campo della green economy, dagli impianti di desalinizzazione per portare l’acqua potabile nel deserto ai combustibili prodotti dalle piante. Ma soprattutto si è trattato di un’occasione per creare relazioni tra produttori e potenziali investitori, come mostra la presenza di 25 aziende italiane (sulle 600 totali), patrocinate dall’Istituto per il Commercio Estero.
La città del futuro in vetrina
Ma più di ogni altra cosa è stata l’occasione per far emergere il ruolo che un emiro ricchissimo vuole giocare nell’era post-petrolifera: gli interventi istituzionali sono stati tutti incentrati sulle disponibilità economiche a finanziare progetti internazionali dalla bioedilizia alla ricerca sui materiali innovativi, dal fotovoltaico all’eolico. In questa direzione va inquadrata la presenza di un padiglione ad hoc per presentare Masdar City, pubblicizzata come la prima città al mondo “carbon neutral”. Progettata dallo studio di Norman Foster, in collaborazione con il Mit di Boston, la città in corso di costruzione a 30 chilometri dalla capitale sarà alimentata interamente dall’energia solare, riciclerà l’80% dell’acqua e avrà un sistema di mobilità elettrica e a metano. Un progetto, la cui applicazione concreta lascia scettici molti analisti, con la previsione di renderlo realtà entro il 2016.
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L'autore
Luigi Dell'Olio
Luigi dell'Olio, giornalista pugliese free-lance, vive a Milano, dove si occupa di temi legati all'economia, alla tecnologia e alle energie rinnovabili.
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