climate change
2016: la Nasa conferma il clima anomalo, agricoltura stravolta
Le temperature minime superiori di 3,5 gradi rispetto la media del periodo, in vendita già da febbraio le primizie di primavera, Made in Italy in pericolo
Clima anomalo e agricoltura sconvolta. Dopo aver certificato il 2015 come l’anno più caldo degli ultimi 136 anni, la Nasa conferma che anche il 2016 non si smentisce con un gennaio ancora tra i più caldi dal 1880 ad oggi. La temperatura globale ha raggiunto 1,13 gradi in più rispetto alla media del 1951-1980, che è il parametro usato dall’Agenzia statunitense per misurare il trend delle temperature. Si tratta dello scostamento dalla media più alto mai registrato nella storia, e della quarta volta consecutiva in cui la temperatura sale di oltre un grado sopra la media dopo ottobre (+1.06 gradi) novembre (+1.02) e dicembre (+1,11) scorsi. Stando ai dati dell’analisi l’aumento è dovuto al riscaldamento climatico e andrà avanti finché non verranno eliminati i combustibili fossili, come ha spiegato l’esperto Stefan Rahmstorf.
E così nei banchi di negozi e supermercati sono già arrivate le primizie di primavera con oltre trenta giorni di anticipo, dalle fragole lucane agli asparagi della Sardegna fino al carciofo romanesco, in vendita anche nei mercati di campagna Amica. Tutto questo emerge dal monitoraggio della Coldiretti sulla base dei dati Ucea (Unità di ricerca per la climatologia e la meteorologia applicate all’agricoltura) relativi alla prima decade. La natura è letteralmente sconvolta dalle anomalie climatiche, secondo Coldiretti per effetto di questi cambiamenti climatici, a Giarre ai piedi dell’Etna in Sicilia si coltivano i primi avocado Made in Italy, frutto tipicamente tropicale, mentre a Palermo si riescono addirittura produrre le prime banane nostrane. La coltivazione dell’ulivo in Italia è arrivata a ridosso delle Alpi mentre, nella Pianura Padana, si coltiva oggi circa la metà della produzione nazionale di pomodoro destinato a conserva e di grano duro per la pasta, colture tipicamente mediterranee. Primule, viole e margherite nei prati, mandorli, albicocchi e tutte le piante da frutto nelle campagne sono fioriti in forte anticipo rispetto all’arrivo della primavera. Negli orti broccoli, cavolfiori e cime di rapa da tardive sono diventate precoci ma l’inverno pazzo – precisa la Coldiretti – ha fatto accelerare in generale la maturazione di tutte le primizie. Con questa finta primavera viene messo a rischio di estinzione il patrimonio di prodotti tipici Made in Italy che devono le proprie specifiche caratteristiche essenzialmente o esclusivamente all’ambiente geografico comprensivo dei fattori umani e proprio alla combinazione di fattori naturali e umani.
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