Efficienza energetica e sostenibilità: nuova sede degli uffici della Provincia di Parma
La terza sede di uffici della provincia di Parma progettata da Archest.
Per progettare un edificio che risponda a tutti gli obiettivi sopra fissati è però necessario che ogni aspetto sia correlato con gli altri ed è in quest’ottica che i principi puramente architettonici e quelli legati alla sostenibilità ed al risparmio energetico sono perfettamente integrati tra di loro.
La forma del fabbricato è caratterizzata da una sequenza di tre corpi con struttura modulare in legno (sistema Pres-Lam) che, articolati intorno alla grande corte interna, ospitano gli uffici e sono tenuti assieme da alcuni “elementi speciali” che fungono da cerniere per il sistema edificio e contengono gli elementi di comunicazione verticale (scale ed ascensori). Questi blocchi sono disposti in modo tale da creare una configurazione ed un rapporto con il sito ottimale dal punto di vista bioclimatico. Infatti, dopo aver analizzato tutti i fattori climatici che influiscono direttamente il progetto al fine di utilizzare le risorse offerte dall’area, si è optato per una forma che elimina i prospetti rivolti unicamente verso nord e verso ovest, creando piuttosto degli orientamenti nord-est e nord-ovest, in modo tale da garantire da un lato il sole e l’illuminazione naturale interna in qualsiasi direzione e dall’altro minimizzare l’impatto o viceversa sfruttare le potenzialità dei venti dominanti. Durante la stagione invernale, i venti freddi provenienti da ovest non impattano quindi direttamente sull’edificio grazie alle facciate inclinate rispetto alla loro direzione che ne favoriscono lo smorzamento, mentre al contrario le brezze estive notturne provenienti da est vengono impiegate per la ventilazione passiva: l’aria viene incanalata all’interno del grande atrio centrale a tutta altezza ed, attraverso l’apertura delle finestre perimetrali nella copertura vetrata, l’interno dell’edificio viene raffrescato portando l’aria calda all’esterno grazie allo sfruttamento del gradiente termico. Attraverso l’interruzione del prospetto nastriforme e la sua apertura verso est, da cui entrano i venti freschi estivi, il bosco di Kyoto previsto nel lotto adiacente ed in quelli a sud dell’area d’intervento penetra all’interno della corte interna all’altezza del primo piano, grazie alla realizzazione di un terrapieno che si eleva dalla quota del bosco e forma il basamento verde sui cui sorgono i quattro piani fuori terra dell’edificio, contenenti gli uffici veri e propri, mentre al piano terra sono collocati spazi collettivi quali la sala conferenze con l’area di servizio agli eventi, la mensa, un bar/caffetteria, un micro-nido aziendale, l’area di accoglienza, il front-office per i visitatori ed infine un’area di ricerca-laboratorio-didattica per i temi della sostenibilità.
Il complesso risulta quindi caratterizzato da una forma compatta che si sviluppa su cinque piani fuori terra ed anche questo aspetto contribuisce fortemente nel trovare un giusto equilibrio tra aree libere esterne per il verde ed i parcheggi, funzionalità e flessibilità interna dell’edificio, ma soprattutto a ridurre i consumi energetici: minore è la superficie che definisce il volume riscaldato, minore è la superficie di scambio termico (disperdente), minori sono le perdite di calore. Il lato più lungo dell’edificio è il fronte sud, il quale risulta essere permeabile per permettere la connessione tra la corte interna e gli spazi esterni adibiti a giardino; tale condizione risponde ad un preciso concetto di interazione tra edificio ed ambiente.
Inoltre, sono presenti alcune serre bioclimatiche, che illuminano anche l’atrio centrale e si aprono lungo i prospetti. Questi ultimi sono stati valutati scrupolosamente dal punto di vista progettuale per bilanciare opportunamente le parti cieche e quelle vetrate: si sono calcolati gli apporti termici e di illuminazione a seconda dei diversi orientamenti e scelti dei sistemi schermanti adatti ad eliminare il surriscaldamento, al fine di definire le prestazioni energetiche richieste agli impianti per ottenere il massimo dell’efficienza con il minimo dispendio, garantendo contemporaneamente il comfort visivo, acustico e termico agli utilizzatori dell’edificio. L’andamento nastriforme che caratterizza i fronti permette di mantenere l’unitarietà delle facciate, dosando al contempo i rapporti tra i vuoti e i pieni a seconda delle esigenze illuminotecniche ed energetiche. Nell’ambito del motivo conduttore del nastro è infatti possibile differenziare lo spessore delle pareti esterne per l’ombreggiamento delle finestre e contemporaneamente variare la quantità di parte vetrata della facciata. Lungo il prospetto sud, le aperture, di grande dimensione per l’apporto energetico invernale, sono messe in opera con un aggetto che consente l’ombreggiamento nella stagione estiva; ad est ed ovest l’aggetto si riduce e la dimensione delle vetrate è minore; infine, a nord il serramento è posto a filo facciata. L’andamento a nastro delle parti cieche, che è regolare per la maggior parte del perimetro, subisce consistenti variazioni nelle parti corrispondenti agli “snodi” dell’edificio e cioè alle risalite verticali, evidenziando il filo conduttore del progetto che resta quello della regolarità costruttiva e strutturale con le sole eccezioni date dagli elementi di connessione. L’ingresso principale all’edificio, lungo il fronte nord-ovest, è anch’esso evidenziato dalla “discontinuità dei nastri”, dall’arretramento della grande parete vetrata e dalla presenza del prolungamento del basamento caratterizzato da una copertura verde, tema quest’ultimo ripreso anche in copertura.
L’analisi della radiazione solare è risultata fondamentale altresì per la calibrazione della quantità di luce, e quindi anche di apporto solare, penetrante all’interno degli uffici in modo tale da poter diminuire, per quanto possibile, l’apporto di illuminazione artificiale, e, di conseguenza, i consumi energetici, senza per contro creare situazioni di non comfort visivo o termo igrometrico, prevedendo perciò le sale riunioni, i servizi igienici ed i piccoli archivi di piano nelle parti meno favorite. Nel progetto si è ricercata la migliore qualità di comfort negli spazi di lavoro in tutte le sue componenti, scegliendo le soluzioni più adatte dal punto di vista tecnologico e dell’uso dei materiali, ma soprattutto della percezione sensoriale degli spazi da parte dei fruitori. Si è prestata attenzione al comfort visivo, sia attraverso i ragionamenti già esplicitati per il controllo della luce solare, sia attraverso il posizionamento di illuminazione artificiale consona a garantire l’uniformità visiva e la qualità della luce; naturalmente sono state previste le tecnologie necessarie affinché i giusti apporti delle due fonti possano integrarsi tra di loro con il minor dispendio energetico possibile. Si è anche valutata la coloritura delle pareti, del soffitto e del pavimento, orientando la scelta su colori chiari per sfruttare al massimo la diffusione della luce naturale e artificiale.
Per l’acustica si è previsto di utilizzare tra gli uffici partizioni che garantiscano buona insonorizzazione, dispositivi tecnologici all’interno delle condotte dell’aria per evitare la diffusione dei rumori, pannelli per il pavimento galleggiante a buon livello fono isolante e isolamento acustico nei solai di calpestio. Per quanto riguarda i rumori provenienti dall’esterno, i materiali scelti per la realizzazione dell’involucro e la perfetta messa in opera delle parti cieche e vetrate garantiscono anche alte prestazioni acustiche. Per il comfort acustico degli spazi di lavoro si è valutato attentamente di scegliere materiali che garantiscano la fono assorbenza come il pavimento in linoleum, le pareti divisorie e le stesse strutture di legno del soffitto.
Il comfort termico è dato essenzialmente dal fatto che la temperatura superficiale di tutte le pareti è costantemente uniforme (con asimmetria delle temperature delle superfici radianti inferiori a 2°K e minime stratificazioni) e che la ventilazione meccanica è progettata in maniera tale da garantire bassissima movimentazione d’aria, con flussi che non interessano le postazioni lavorative. Il comfort termico è garantito sia in regime estivo che invernale anche all’interno della grande corte nei due piani che ospitano le funzioni accessibili alle persone e negli spazi di collegamento.
L’aspetto legato alla salubrità degli ambienti è stato studiato soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo dei materiali per la costruzione e finitura, tenendo però anche in debita considerazione l’impatto estetico complessivo che si è voluto imprimere all’edificio. In tale ottica, si è optato per l’utilizzo di materiali il più possibile di origine naturale e con LCA a ridotta intensità energetica, partendo dalla struttura e dalle facciate opache in legno, isolamenti in fibre naturali, pavimenti in linoleum o pietra naturale, partizioni con struttura metallica e tamponamenti in legno nobilitato, serramenti in legno-alluminio fino all’attenzione ai collanti, pitture e vernici senza emissioni. Dal punto di vista estetico-sensoriale, i materiali scelti nelle varie tonalità dei legni e dei colori chiari, creano all’interno degli spazi di lavoro e in quelli comuni una percezione di accoglienza e di benessere, della quale beneficiano i dipendenti provinciali e i visitatori.
Grande importanza è stata conferita ai temi della razionalizzazione della costruzione e della flessibilità, la quale si esplica in via preventiva attraverso lo studio attento della maglia strutturale e quindi della modularità degli spazi, per assicurare ora una razionale distribuzione degli impianti ed in futuro la possibilità di poter variare la configurazione degli uffici. In questo modo, grazie all’utilizzo di un sistema strutturale modulare multipiano in legno lamellare precompresso (Pres-Lam) che permette di avere grandi campate assemblabili secondo i requisiti di progetto, si sono potuti realizzare corpi di forma regolare, quindi estremamente flessibili ed intercambiabili, che vengono combinati e possono essere adattati a qualsiasi forma di edificio impiegando soltanto dei “pezzi speciali” per le risalite. Questo sistema, che diventa un punto di forza proprio perché ripetibile secondo schemi non predefiniti, evita la rigidezza formale nella progettazione dell’edificio, pur mantenendo la razionalità degli spazi lavorativi, coniugabili questi ultimi in molte combinazioni. Con questa concezione che può definirsi “a cassetti”, gli elementi regolari vengono composti con moduli scelti da un abaco di soluzioni possibili oppure attraverso la sottrazione di spazi per lasciare posto alle serre bioclimatiche. Questo tipo di struttura, veloce da mettere in opera, sostenibile perché possiede a pieno titolo tale qualifica essendo in legno, riciclabile, smontabile e rimontabile, si completa con la scelta delle facciate esterne, realizzate con lo stesso materiale e quindi oltre che molto prestazionali sotto il profilo energetico, installabili anch’esse a secco e con tempi rapidi.
Ubicazione
Piazza della Pace 1 Parma
I dati del progetto
Committente:
Provincia di Parma, Piazza della Pace 1 - 43100 Parma
Progettista:
Archest
Tipologia d'intervento:
Nuova costruzione
Destinazione d'uso:
Pubblica amministrazione
Prestazioni energetiche:
Classe energetica:
Indice termico invernale: 14,91 kWh/mqa
Indice di emissione di CO2: 0/zero kg/mqa
Gallery fotografica
Studio di progettazione
Archest
Via Sclaunicco 7
33050 - Pozzuolo del Friuli (UD)
Telefono: 0432 665335
Fax: 0432 665299
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