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"La sfida della sostenibilità riguarda l'intera filiera dell'edilizia" | Tekneco

“La sfida della sostenibilità riguarda l’intera filiera dell’edilizia”

Tekneco a colloquio con Paolo Ermani, presidente dell’associazione Paea

Scritto da il 03 ottobre 2011 alle 8:54 | 1 commento

“La sfida della sostenibilità riguarda l’intera filiera dell’edilizia”

Photo: Mad Czech


Non è un problema di nuove certificazioni da sviluppare, né di mancanza di “materia prima”. I ritardi dell’Italia sul fronte della bioedilizia, pure a fronte di tutte le condizioni climatiche per portarsi ai vertici, possono essere colmati coinvolgendo in questa sfida tutta la filiera professionale dell’edilizia. È la convinzione di Paolo Ermani, presidente di Paea (Progetti Alternativi Energia e Ambiente), che condivide con Tekneco la sua vision per lo sviluppo del settore.

D: Partiamo come una premessa: cos’è Paea e di cosa si occupa?

R: Si tratta di un’associazione con dodici anni di vita, specializzata in energie rinnovabili, risparmio ed efficienza energetica e tutela ambientale. Facciamo formazione, didattica ambientale, diagnosi energetica, consulenza per la progettazione e realizzazione di case ed edifici a basso consumo energetico o passivi. Abbiamo poi tre mostre itineranti, due sull’energia e una sull’alimentazione.

D: Sul vostro sito si parla di “Casa Eco-logica”. Di cosa si tratta?

R: E’ la più grande mostra itinerante in ambito europeo sulle tematiche del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili. L’obiettivo principale è dimostrare che un altro modo di vivere è possibile razionalizzando l’uso delle risorse, utilizzando fonti rinnovabili e tutelando l’ambiente.

D: Condivide la tesi dominante che vuole l’Italia in ritardo rispetto ad altri paesi europei su questo fronte?

R: Purtroppo nel nostro paese solo di recente l’edilizia cosiddetta “sostenibile” si sta facendo conoscere, ma deve combattere con i pregiudizi delle persone e spesso con l’ignoranza dei tecnici. Troppo spesso, poi, si pensa che sistemi come la certificazione nelle abitazioni dei consumi energetici siano solo un fastidio o qualcosa da bypassare facendo finta di avere fatto le cose come si deve.

D: Dunque, il problema principale è nella mancanza di competenze professionali?

R: A mio modo di vedere, la certificazione migliore è un tecnico onesto che fa il suo lavoro come si deve e che ha l’obiettivo di fare consumare meno l’abitazione che sta costruendo o ristrutturando e non solo preoccuparsi di mettere una firma su di un foglio. Noi, a prescindere da certificazioni varie, abbiamo sempre puntato a convincere tecnici e utenti che attuare interventi di risparmio energetico o di installazione di energie rinnovabili dà molti vantaggi: fa risparmiare soldi, fa inquinare meno, migliora la qualità della vita ed è un beneficio per se stessi, per i propri figli e per il mondo circostante.

D: Non tutti sembrano avere la stessa visione…

R:  L’Italia potrebbe essere l’Arabia Saudita delle fonti rinnovabili e invece ci impestiamo con preistoriche centrali a oli combustibili, carbone e gas. Abbiamo un potenziale energetico rinnovabile enorme e ci si continua a lamentare che non ci sono soldi per questo o per quello ma poi si buttano miliardi su miliardi per pagare combustibili fossili che vengono sprecati in maniera scellerata se si pensa agli enormi sprechi che ci sono nelle nostre abitazioni, nelle amministrazioni pubbliche, nelle scuole, negli uffici, negli ospedali e così via.

D: Quali sono i benchmark da seguire?

R: Ci sono paesi europei come Austria e Germania che hanno molta meno insolazione dell’Italia eppure hanno in mano il 50% del mercato del solare termico europeo e noi abbiamo ancora milioni di scaldabagni elettrici e milioni di case con vetri singoli alle finestre. Come possiamo ritenerci un paese progredito con questi dati impressionanti di negligenza e spreco? Basta guardare al Sud Tirolo o ai paesi di lingua tedesca e ci sono centinaia di esempi praticabilissimi e collaudati da cui prendere spunto e applicare domani mattina.

D: Come invertire la rotta?

R: Occorre agire subito e direttamente senza aspettare niente e nessuno, tantomeno la politica che ha tempi di reazione prossimi a quelli delle ere geologiche e i problemi gravissimi di inquinamento e cambiamenti climatici che minacciano l’umanità intera non possono aspettare e devono essere affrontati immediatamente. Cittadini, tecnici, imprese si devono indirizzare verso scelte consapevoli e veramente tutelanti dell’ambiente, se poi qualche amministrazione pubblica, soprattutto locale li supporta o si fa portavoce delle loro istanze meglio ancora, ma l’importante è agire ora.


Commenti

È stato inserito 1 commento.

  • Angela Alves
    scrive il 03 ottobre 2011 alle ore 18:33

    ** Sono pienamente d'accordo! Grazie del vostro impegno in tematiche così prioritarie per il nostro futuro. Non c'è più tempo da perdere, non si può più aspettare, l’architettura di domani comincia oggi. E passa per la strada dove si incrociano sostenibilità, innovazione, efficienza energetica, riqualificazione urbana, estetica e “democrazia”. Valori oggi imprescindibili come le fondamenta di un edificio, un edificio ecologico direi!!! Complimenti per la materia!

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L'autore

Luigi Dell'Olio

Luigi dell'Olio, giornalista pugliese free-lance, vive a Milano, dove si occupa di temi legati all'economia, alla tecnologia e alle energie rinnovabili.


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