Le eco-case passive si moltiplicano in Italia
Nasce la prima casa passiva della Lombardia, in legno, a Fagnano Olona. Il quadro di un fenomeno che galoppa: a Udine, Perugia, Genova, Arezzo
Photo: La prima casa passiva in legno, della Lombardia
Si stanno diffondendo anche in Italia le case passive, definizione che fu coniata nei primi anni ’90 del secolo scorso dal Passiv Haus Institute del Dr. Wolfgang Feist: per parlare di casa passiva un edificio doveva consumare non più dell’energia equivalente di 1,5 litri di gasolio per mq per il solo riscaldamento. Negli anni è diventato uno standard e sono stati aggiunti altri criteri progettuali e parametri riguardo il comfort e il fabbisogno energetico utile richiesto per il riscaldamento e il raffreddamento che deve essere inferiore ai 15 kWh per metro quadro in un anno.
In Italia ci sono già diversi progetti in tal senso: a Fagnano Olona (VA) è stata inaugurata da BLM Domus (divisione del Gruppo Bevilacqua) la prima casa passiva in legno di tutta la Lombardia. La casa è una villa indipendente a due piani di 600 mq di cui 375 mq abitabili e rispetta lo standard CasaClima della classe Oro PLUS in quanto completamente isolata dal punto di vista termico e acustico: la casa sfrutta il calore emesso dall’energia degli elettrodomestici in funzione, dagli abitanti e dai raggi del sole.
La casa usa anche un impianto fotovoltaico da 10 kW per la produzione di energia elettrica e pannelli solari per l’acqua calda mentre un impianto geotermico verticale aiuta la pompa di calore a riscaldare la casa nei mesi più freddi mentre d’estate la raffresca a costo zero (freecooling). La casa è quasi completamente costruita in legno, sul tetto c’è un giardino pensile adornato con piante grasse, i solai sono appoggiati su dissipatori acustici evitando dunque il rumore dei passi con dei consumi che si attestano ai 0,8 – 1 litri di gasolio al mq.
Un altro esempio di casa passiva è la Casa Zero Energy di Udine progettata dal gruppo Polo Le Ville Plus insieme con il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli Studi di Trento: si tratta del primo esempio di casa passiva intelligente in quanto è autosufficiente dal punto di vista energetico ma gestisce anche autonomamente gli impianti attraverso un impianto domotico che monitora i cambiamenti di temperatura, umidità e luminosità in tempo reale anche da remoto (usando pc, smartphone).
La struttura di Casa Zero Energy è composta da travi e pilastri in legno lamellare così come le partizioni interne ed ha capacità elastiche e antisismiche. L’abitazone è completamente isolata da materiali di fibra in legno e sughero mentre l’autosufficienza è garantita dall’utilizzo di pannelli solari, pannelli fotovoltaici, sistemi geotermici ed eolici.
Per rimodernare il patrimonio edilizio più obsoleto d’Europa come quello italiano stanno nascendo diverse abitazioni passive: a Cogoleto in provincia di Genova PassivHaus Zentrum in collaborazione con Saint-Gobain ha costruito una casa passiva autosufficiente isolata termicamente e acusticamente (con pannelli in lana di vetro e doppia vetrocamera), con sistemi di recupero e ricircolo dell’acqua piovana per usarla negli scarichi, un impianto solare termico per riscaldare l’acqua e uno fotovoltaico per la fornitura di energia elettrica. Questo ha comportato un indice energetico di 8,8 kWh/mq annui cioè circa 65 euro che vengono però azzerati dagli impianti di fonti rinnovabili.
A Perugia invece sta nascendo il primo residence in Umbria e nel Centro-Sud Italia classificato come Classe Oro, 6 villette che fanno del risparmio energetico e dell’autosufficienza i loro punti cardine. Elios Residence ha ricevuto la certificazione CasaClima grazie all’utilizzo nelle case di un involucro altamente isolante (coperture in legno), all’orientamento a sud dei pannelli fotovoltaici (45 mq di pannelli che producono 6KWp), a un sistema di ricambio controllato dell’aria che permette un alto periodo di sfasamento termico e una minotre trasmittanza termica.
A Cortona in provincia di Arezzo invece si è scelto di realizzare una casa unifamiliare energeticamente autosufficiente con un involucro abitativo ultra isolato fatto di 20 cm di cappotto esterno in lana di roccia , 30 cm di fibra di legno sul tetto, 23 cm di perlite espansa nel solaio contro terra. Il fabbisogno energetico della casa realizzata dallo Studio Cornacchini è di 5 KWh/mqa e utilizza una Ventilazione Meccanica Controllata (VMC) che recupera automaticamente il calore mantenendo l’aria pulita e filtrata. Non mancano anche in questo caso 48 mq di pannelli fotovoltaici che producono energia elettrica parte della quale viene anche immessa in rete.
La casa passiva in legno è sempre coibentata ovvero la superficie interna del muro risulta “calda”, non ha bisogno di un impianto per gestire lo scambio energetico con l’esterno riuscendo quasi a pareggiare il bilancio termico. Solo in Europa le case passive, la cui certificazione prevede molti controlli ed è rigorosa e rilasciata solo da alcuni istituti come il Passivhaus Institut (PHI), sono diverse migliaia e sono presenti tutte in un database continuamente aggiornato.
Il fenomeno di certo continuerà a crescere, spinto dall’obiettivo europeo della sostenibilità ambientale. Del resto, le emissioni degli immobili rappresentano circa un terzo dell’inquinamento mondiale delle città tra cui soprattutto gli edifici costruiti negli anni ’60/70 che hanno una maggiore dispersione del calore (più di 7 – 10 litri di gasolio al mq) e spesso un impianto di riscaldamento e raffreddamento che li portano verso una pessima classe energetica.
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L'autore
Dario Salvelli
Dario Salvelli, 27 anni, blogger e freelance, studia ingegneria elettronica alla Seconda Università di Napoli. Collabora con Nòva 24 de Il Sole 24 ore, WIRED, Excite Italia. Segue i temi legati all'innovazione e all'ICT e si occupa di comunicazione, marketing e consulenze per i social media.
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