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mercato immobiliare

Classe G, la più amata dagli italiani

Secondo Fiaip il mercato immobiliare dà segni di ripresa, ma prevalgono nella compravendita gli edifici di qualità energetica scadente

Scritto da il 01 marzo 2016 alle 8:00 | 0 commenti

Classe G, la più amata dagli italiani

Photo: Pixabay.com


Cominciamo con le buone notizie: il mercato immobiliare italiano dà segni confortanti di crescita. «Nel 2015 gli indicatori del mercato immobiliare sono tornati positivi con l’eccezione dei prezzi che sono ancora in calo», rileva in una nota la Fiaip (Federazione italiana agenti immobiliari professionali), a proposito del report immobiliare urbano 2015 realizzato dal suo Centro Studi. Si consolida il trend di ripresa degli investimenti nel mattone ed aumentano (+8%). Le compravendite, nel dettaglio, sono salite del +7%, il tempo medio di vendita è sceso da nove a sette mesi, così come gli sconti tra prezzo richiesto e prezzo di vendita si è attestato a circa il 10%, rispetto al 15% dei tre anni precedenti.

Nuove costruzioni e ristrutturazioni

Altra buona notizia: in base ai dati riguardanti lo stato di conservazione dell’immobile, arriva la conferma circa la buona qualità degli edifici di nuova costruzione (poco meno del 50% sono in classe energetica A+, A o B). In ripresa anche i dati relativi agli edifici esistenti: circa il 10% degli immobili in buono stato di conservazione o recentemente ristrutturati appartiene alle prime tre classi energetiche. Se si pensa che nel 2014 erano la metà, l’aumento è significativo, anche se molto rimane ancora da fare. Certo, permane la criticità degli immobili da ristrutturare, segnala la Fiaip che insieme a Enea e all’Istituto per la Competitività (I-Com) ha condotto per il terzo anno consecutivo un monitoraggio delle dinamiche del mercato immobiliare osservate rispetto alla variabile efficienza energetica. «Sebbene il dato sugli edifici ristrutturati sia in ripresa rispetto all’anno precedente, rimane una forte criticità sul basso numero di ristrutturazioni edilizie che abbiano previsto anche gli aspetti energetici del rinnovamento di un edificio».
Malgrado l’anno scorso si sia consolidato il trend degli investimenti nelle abitazioni con un aumento del dato relativo alle ristrutturazioni, si evidenzia il segno “meno” per gli investimenti in nuovi edifici ad uso abitativo. «Gli edifici appartenenti alle prime tre classi energetiche (A+, A e B) rappresentano una piccola percentuale (compresa tra il 7% e il 13% a seconda della tipologia di immobile) rispetto al totale degli immobili compravenduti» rilevano.
Il dato più preoccupante – non una novità visto che è in linea con quanto emerso già nel 2014 – è che il mercato rimane dominato da edifici di qualità energetica scadente: il peso degli edifici di classe G varia dal 57% per le villette al 72% per i monolocali.

Prestazione energetica, questa sconosciuta

Da quanto emerge dalla indagine, sia chi compra che chi vende non ha una chiara percezione del concetto della performance energetica degli edifici, facendo fatica a valutare la qualità energetica di un immobile. Secondo Fiaip «Gli agenti immobiliari ritengono che il 54% di chi compra un immobile non sia in grado di valutare adeguatamente la prestazione dell’abitazione che sta acquistando – percentuale che sale al 65% nel caso di chi vende».
E neppure l’Ape (Attestato di Prestazione Energetica) sembra aiuta ad orientare il mercato, dato che il 58% di chi vende o compra un immobile non sembra ritenerlo uno strumento utile.


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L'autore

Andrea Ballocchi

Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.


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