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rinnovabili

WWF: gli incentivi per sviluppare la green economy

Secondo l’associazione ambientalista, gli incentivi vanno mantenuti e modulati per decarbonizzare l’Italia e sviluppare la green economy

Scritto da il 03 aprile 2012 alle 14:00 | 2 Commenti

WWF: gli incentivi per sviluppare la green economy

“Gli incentivi per le rinnovabili vanno mantenuti e modulati sull’esigenza di tagliare (fino all’eliminazione completa) le emissioni di CO2 e di sviluppare l’economia del futuro, cioè la ‘Green Economy’, in Italia, non certo sulla necessità di tappare le falle di un sistema energetico distorto basato sui combustibili fossili”. Questo l’appello del WWF Italia che interviene di nuovo nel dibattito aperto sul 5° Conto energia, in fase di definizione da parte del Governo.

“Il presidente dell’Enel, Andrea Colombo, ha dichiarato che ‘lo sviluppo delle rinnovabili, unito alla stagnazione della domanda, sta rendendo difficile la copertura dei costi di produzione degli impianti convenzionali, mettendone a rischio la possibilità di rimanere in esercizio’. Peccato che queste parole non fossero un mea culpa dell’Enel e di molte altre utility per non aver saputo vedere dove sta andando il mondo, investendo in modo sbagliato”, ha dichiarato Mariagrazia Midulla, Responsabile Policy Clima ed Energia del WWF Italia.  “Ma la collettività non può farsi carico di questi errori, già paghiamo tutti l’assenza di un piano industriale che sostenga lo sviluppo dell’efficienza energetica e delle rinnovabili, per non parlare dei danni ambientali e alla salute che molti degli impianti convenzionali, in primis le centrali a carbone e a olio combustibile, producono. Paghiamo tutti, anche le imprese, l’assenza di una programmazione energetica che indichi alle aziende il contesto in cui operare: ecco cosa ci si guadagna a essere governati dalle spinte delle varie lobby”.

Anche dal punto di vista occupazionale i settori dell’efficienza energetica e delle rinnovabili rappresentano il futuro: in Germania oggi operano nel settore delle rinnovabili ben 340 mila addetti, mentre i lavoratori del carbone (base tradizionale dell’economia e della produzione energetica tedesca) sono ridotti a circa 50 mila.

“Sarebbe suicida non pensare che anche in Italia occorre puntare sulla Green Economy, ma la continua incertezza in cui versa il settore delle rinnovabili, unita alle numerose barriere e lentezze burocratiche, rischiano di fermare quella che si configura come una vera e propria ‘rivoluzione dal basso’. Ora la politica deve fare la sua parte, non per difendere i vecchi privilegi, bensì per aiutare con equità l’affermazione del futuro”, sottolinea Midulla.

“Quello del peso sulla bolletta è un falso problema – conclude il WWF – Gli Italiani, che pagano ancora le compensazioni per il nucleare chiuso 25 anni fa e le accise sulla benzina per la guerra di Abissinia del 1935 non vogliono certo vedere cadere proprio gli investimenti sul futuro. L’importante è favorire un vero sviluppo industriale legato alla Green Economy e modulare gli incentivi in modo da garantire le migliori tecnologie e gli impianti che rappresentino un vero vantaggio economico e ambientale”.

 

fonte: ufficio stampa WWF


Commenti

Ci sono 2 commenti.

  • deyuteita
    scrive il 04 aprile 2012 alle ore 08:05

    Sono d’accordo, questo è un problema di tutti, sta a noi che in un futuro stia qualcosa di bella. Secondo me no solo dobbiamo utilizzare l'energie rinnovabile, ma anchè prodotti naturali (cibo biologico, agroturismo, ecc) Noi siamo deyute, un’azienda 100% naturale ed anchè eco-friendly, facciamo prodotti in juta perche noi respetiamo la natura e pensiamo che quello che facciamo è un piccolo contributo al futuro. Vi lascio il link al nostro sito, speriamo vi piaccia il nostro progetto. http://www.deyute.com/it/home

  • Diana
    scrive il 04 aprile 2012 alle ore 18:20

    sviluppare la green economy permette l’Italia di adempiere agli obblighi di riduzioni dell’emissione previsto dalla Direttiva 2003/87/CE –(successivamente emendata nel 2004- Direttiva 2004/101/CE- nel 2008- Direttiva 2008/101/CE e ben due volte nel 2009) che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni di gas a effetto serra nell’Unione Europea al fine di promuovere la riduzione delle emissioni inquinanti. il tema sulla riduzione di gas a effetto serra dovrebbe essere data come notizia sia alla radio che al telegiornale, in modo tale di sensibilizzare lo sviluppo della green economy.

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